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Mangiare bene è cruciale: lo sappiamo bene, anche se non sempre ci comportiamo di conseguenza. E che la dieta mediterranea fornisca probabilmente i “menù” più salubri al mondo è un fatto ampiamente riconosciuto dalla ricerca medica. All’elenco di lodi per il nostro cibo se ne aggiunge un’altra legata all’accertamento scientifico di rilevanti virtù anti-depressive.

Mangiare bene è cruciale: lo sappiamo bene, anche se non sempre ci comportiamo di conseguenza. E che la dieta mediterranea fornisca probabilmente i “menù” più salubri al mondo è un fatto ampiamente riconosciuto dalla ricerca medica, a iniziare dall’ambito cardiocircolatorio, e perfino, come qui documentato un anno fa, a titolo di preziosa “profilassi” per la prevenzione influenzale. All’elenco di lodi per il nostro cibo se ne aggiunge un’altra legata all’accertamento scientifico di rilevanti virtù anti-depressive.

Titolare dell’approfondimento, tramite sperimentazione clinica, è una Università australiana, che ha pubblicato gli esiti dell’analisi sulla rivista BMC Medicine. I ricercatori hanno coinvolto 67 persone che soffrivano di depressione suddividendole in due gruppi e seguendole per dodici settimane: il primo ha mantenuto le proprie abitudini alimentari, l’altro ha invece virato verso i crismi della dieta mediterranea, dominata da cereali (specie integrali), frutta e verdura fresche, legumi, olio di oliva, uova, latticini non zuccherati.

Il primo gruppo, naturalmente, non ha riscontrato mutamenti umorali di rilievo al termine del trimestre. Il cambio di rotta è emerso nel secondo:  un terzo dei partecipanti ha dichiarato un significativo miglioramento dei propri sintomi e del proprio umore. “Il sistema immunitario, la plasticità del cervello e un buon microbioma (l’insieme del nostro patrimonio genetico) sono cruciali non solo per il benessere fisico, ma anche per quello mentale”, commentano gli autori dello studio.

Non è per la verità una novità assoluta, tanto che la medesima rivista aveva pubblicato due anni fa un’altra ricerca in proposito, ancor più estesa nel tempo e nel campione coinvolto, svolta da un’Accademia spagnola delle Canarie che ha utilizzato i dati di migliaia di partecipanti, seguiti per oltre otto anni, ottenendo un esito analogo, ovvero la riduzione del 30% del rischio di depressione.

Quella “vecchia” ricerca poteva risentire di qualche variabile “di disturbo”, ad esempio il fatto che la “dieta mediterranea” – anche nella definizione datale dall’Unesco nel riconoscerla “Patrimonio dell’umanità” – non consista solo in un elenco di ingredienti specifici, ma anche di alcune abitudini “sociali”, in particolare dell’enfasi alla condivisione dei pasti attorno a uno stesso tavolo, fattore di per sé “anti-depressivo”. Nella ricerca australiana, invece, il test è stato puramente alimentare. E ci dice che la nostra tradizione culinaria fa davvero bene, anche all’umore, e non è roba da poco. Perché la salute non è solo  assenza di malattia:  se l’obiettivo è il benessere è assai di più.

 

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