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Il commercio on-line è in rapida crescita anche sui farmaci. A dilagare è però anche la contraffazione, che coinvolge circa la metà degli acquisti in rete, generando alti rischi sanitari. Ė allora essenziale conoscere i limiti di legge: si possono vendere sul web solo farmaci non soggetti a prescrizione, possono farlo solo le farmacie e gli esercizi autorizzati, e allo stesso prezzo praticato nelle loro sedi. Quando ciò non avviene, si entra nell’illegalità

Sulla salute non si scherza, mentre la cronaca è allarmante. Solo in una recente operazione dei Nas sono state sequestrate in tutta Italia circa 111mila confezioni di medicinali venduti illegalmente sul web, nonché un’enormità di offerte di prestazioni mediche da parte di persone non abilitate alla professione, con l’esito complessivo di ben 256 denunciati. E si tratta solo della punta dell’iceberg di un problema vastissimo, tant’è che l’Aifa ha stimato che circa la metà dei medicinali venduti in rete è contraffatta. “Un business che rende più di quello della cocaina”, avvertono gli inquirenti del settore.

Ad alimentare il fenomeno è il boom generalizzato degli acquisti on-line (che sta mettendo in seria difficoltà gli esercenti di ogni settore) e la moltiplicazione delle informazioni nell’era digitale, anche e soprattutto sulla salute. Si calcola che almeno una ricerca su 20 tramite Google riguarda l’ambito health. Non sempre l’obiettivo è “di consumo”, in larga parte le persone cercano solo risposte alle esigenze, proprie o di familiari e amici, di cura. Ma il rischio inizia qui perché, se le fonti e i contenuti di qualità non mancano, ad abbondare sono però anche i “santoni” e le “fake news”.

Beninteso, non c’è solo illegalità nella vendita on-line di farmaci, che tra l'altro conosce una crescita stimata quest’anno di circa 17%, con proiezioni future di ulteriore e rapido aumento. Il settore è però sottoposto a rigidi limiti di legge, che il consumatore deve conoscere se non vuole foraggiare le organizzazioni criminali e mettere a rischio la propria salute.

Come ha ricordato recentemente la Federazione Ordini Farmacisti Italiani, la vendita sul web “è ammessa solo per i medicinali ad uso umano non soggetti ad obbligo di prescrizione medica”, ovvero quelli di “automedicazione”. Negli altri casi si entra già nell’illegalità. Idem quando il “venditore” non è riconoscibile, rintracciabile e soprattutto autorizzato. “La vendita può essere effettuata unicamente dalle farmacie e dagli esercizi” riconosciuti dalla legge, in forza di un'autorizzazione scritta che va resa ben visibile sullo stesso sito, inclusa l’autorità che l’ha rilasciata. 

Altra variabile che può attrarre il consumatore, trascinandolo nel mondo della contraffazione, è il costo contenuto. “Il prezzo dei farmaci venduti on line non può essere diverso da quello praticato nella sede fisica della farmacia o della parafarmacia”, stabilisce la legge. E questo riguarda naturalmente tutti i medicinali, quelli di marca come gli equivalenti. Da notare che in cima ai farmaci ricercati sul web risultano presunti dimagranti, anabolizzanti, stimolatori sessuali, ansiolitici, antidepressivi, rispetto ai quali il web sembra avere la virtù di “proteggere” la propria privacy, rispetto all’acquisto in farmacia. Non c’è però alcuna “protezione”, bensì solo rischi sanitari, nell’acquistare presunti medicinali da portali non autorizzati.

 

 

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