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“Risultati paradigmatici di una crisi della salute mentale dei giovani”. L’allarme degli scienziati sui disturbi del sonno tra i giovani, in rapido aumento. Il problema coinvolge comunque tutte le età, e anzi tende a crescere nel tempo, con una netta prevalenza femminile. Dormire poco comporta rischi anche cardiovascolari ma, attenzione, essi si manifestano anche quando si dorme “troppo”.

Il riposo sarebbe perfino un diritto costituzionale (articolo 36) eppure un numero crescente di persone fatica a trarne quel godimento e giovamento così essenziale per la salute. E se il problema coinvolge i giovani l’allarme suona altissimo, e appare sintomatico di qualcosa che davvero non va, a un livello profondo e collettivo.

Il tema è rilanciato da una ricerca dell’Istituto di Salute Pubblica Norvegese, che documenta come oltre un terzo delle studentesse universitarie e quasi un quarto degli studenti soffrano di insonnia. Emerge inoltre che raramente i giovani raggiungano nei giorni feriali la soglia generalmente consigliata di otto ore a notte, anche se nel fine settimana si riscontra un recupero. Il quadro più preoccupante è nella tendenza temporale: oggi i i giovani con sonno “problematico” sono il 30,5%; solo otto anni fa, all’esito di uno studio analogo, erano molti di meno, il 22,6%.

“Risultati paradigmatici di una crisi della salute mentale dei giovani, un vero problema di salute pubblica”, spiegano i ricercatori. Il problema coinvolge tuttavia tutte le fasce d’età, e anzi tende a crescere, a causa tra l’altro di carenze della melatonina (l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia) e del progesterone (l’ormone che riduce i risvegli intra-sonno), con alterazioni particolarmente marcate durante la menopausa.

Quest’ultimo aspetto rappresenta una delle ragioni di un altro fenomeno, la netta prevalenza femminile. Da una recente indagine dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda) emerge che in Italia i disturbi del sonno colpiscono il 67% degli uomini over 45 e addirittura l’87% delle donne. I fattori di disturbo possono essere comunque molteplici, a iniziare da situazioni di stress e da un’alimentazione scorretta.

Le strategie per combattere tali disturbi sono molteplici, e includono l’ambito psicologico, ma possono fare la differenza alcuni semplici accorgimenti, tra cui evitare le “abbuffate” serali e magari addormentarsi sul fianco sinistro, che sembra facilitare la digestione. Su “quanto dormire” non c’è comunque una “regola fissa”, in quanto ognuno ha il suo “orologio biologico” e necessità più o meno estese di riposo. Alcuni “paletti” sono stati peraltro indicati da una recente ricerca globale, condotta da scienziati cinesi: risultano rilevanti aumenti di rischio cardiovascolare (oltre che metabolico) tra chi dorme meno di 6 ore al giorno. Ma attenzione, effetti analoghi sono riscontrati anche tra chi dorme “troppo”, oltre le 9 ore.    

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