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Lo abbiamo ricordato più volte, il tema della “medicina di genere” non è un’astrazione ideologica ma un’urgente necessità. Tra una ricerca medica ancora coniugata al “maschile”, un quadro generale di difficoltà socio-economiche che tende a colpire selettivamente le categorie meno protette, e una maggiore esposizione a diverse patologie, le donne reclamano più attenzione.

Lo abbiamo ricordato più volte, il tema della “medicina di genere” non è un’astrazione ideologica ma un’urgente necessità. Tra una ricerca medica ancora coniugata al “maschile”, un quadro generale di difficoltà socio-economiche che tende a colpire selettivamente le categorie meno protette, e una maggiore esposizione a diverse patologie, le donne reclamano più attenzione. Vivono mediamente di più, ma soffrono di più, con per giunta qualche segnale preoccupante da Eurostat sulla tendenza alla riduzione della distanza nella speranza di vita tra i sessi.

Un’ulteriore allarmante conferma arriva dai “Numeri del cancro in Italia 2016”, il rapporto diffuso nei giorni scorsi dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dall'Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum). Il dossier per la verità non è privo di dati incoraggianti, a iniziare dal fatto che di tumore si muore meno, tanto da far dire alla ministra della Salute Lorenzin che si tratta sempre più di una “ malattia cronica come altre, da cui poter guarire o comunque convivere, con una vita attiva e soddisfacente”. A condizione di un’adeguata assistenza, naturalmente.

Le due neoplasie più frequenti, quella della prostata negli uomini e del seno nelle donne - documenta il presidente di Aiom Carmine Pinto - presentano sopravvivenze a 5 anni che si avvicinano al 90%”, al punto che “ l'Italia è in testa nella classifica europea per sopravvivenza per quasi tutti i tumori, e questo nonostante la spesa per la Sanità rispetto al Pil sia tra le più basse ” in Europa. Il calo della mortalità è vistoso, oggi i pazienti con storia di cancro in Italia sono oltre tre milioni (di cui oltre un quarto completamente guariti), quasi un milione in più rispetto solo a dieci anni fa.

Le buone notizie proseguono con quella del calo degli uomini che si ammalano. Nell’ultimo anno le diagnosi per loro sono state meno di 190mila, il 2,5% in meno rispetto all’anno precedente. Un miglioramento di rilievo, dunque, con peraltro un grande “ma”: esso si riferisce solo agli uomini, mentre per le donne la realtà è quella di un ulteriore aumento, perfino superiore al calo rilevato tra i maschi: le italiane ammalatesi quest’anno sono state oltre 176mila, nel precedente erano meno di 169mila.

Sulle cause di quest’opposta tendenza le spiegazioni sono diverse. Gli oncologi, ad esempio, notano la concomitanza dei dati sul fumo, in relativo aumento nel gentil sesso. Ma c’è anche molto altro, a iniziare dall’esigenza di un’attenzione medica specifica, che in tempi di difficoltà economiche va aumentata, e non più sacrificata.

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