MENU
Nel 2015 il 6,5% degli italiani ha rinunciato alle terapie a causa dei loro costi, nel 2008 erano solo il 4%. E se poi si mette la lente sulle sperequazioni regionali e sociali, emergono realtà ancor più drammatiche.

Un Paese ancora relativamente “sano”, un Servizio Nazionale che, pur tra mille difficoltà e limiti, assicura ancora settori di eccellente assistenza, virtualmente rivolti a tutti. Ma anche una popolazione dove in tanti, troppi, a causa delle difficoltà economiche che continuano a mordere, arrivano al punto di non curarsi. Sono anni che denunciamo questa tendenza, e l’Istat, nel suo Rapporto annuale sulla Salute divulgato in questi giorni, ne fornisce un’amara conferma, con riferimento anche al lettino del dentista.

Nel 2015 il 6,5% degli italiani ha rinunciato alle terapie a causa dei loro costi, nel 2008 erano solo il 4%. E se poi si mette la lente sulle sperequazioni regionali e sociali, emergono realtà ancor più drammatiche. La proporzione di rinunce sale a oltre il 10% nel Mezzogiorno, e supera il 14% tra le fasce di reddito più deboli. Dati che poi si riflettono sulle condizioni di salute della popolazione, che risultano migliori al Nord Italia, nonché tra i più ricchi.

Insomma, l’amara realtà è che il portafoglio è un passaporto anche in quest’ambito, e la salute orale non fa eccezione. Nel 2005 circa il 40% delle famiglie italiane si rivolgeva al dentista o all’ortodontista, proporzione scesa di almeno due punti nell’arco di dieci anni. Per gli addetti ai lavori, si tratterebbe del resto solo di una sottostima del calo avvenuto. E qui, più che mai, il nodo è nei costi. Come documenta anche un’indagine di un’agenzia privata (l’Osservatorio di “UniSalute”), ben il 36% dichiara di aver rinunciato alle cure perché non può permettersele, e il 17% denuncia aumenti di prezzo anche negli ultimi tempi.

Temi che chiamano in causa i decisori, e in effetti, anche in ambito regionale, si è aperta la discussione sull’ipotesi di assicurare le cure odontoiatriche ai meno abbienti, coprendone i costi. Alla buona prospettiva se ne aggiunge un’altra, ossia che sta emergendo qualche segnale di un’inversione di tendenza. I dati Istat si basano sul 2015, ma da un sondaggio dell'Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa, rivolto ai genitori di ragazzi under 14, emerge che il 90% li hanno portati dal dentista nell’ultimo anno almeno una volta.

Ci sarebbe dunque un recupero, ma i problemi non sono solo economici. La stessa indagine ad esempio rivela che oltre la metà della popolazione non sa che l’eccesso di zuccheri o una scarsa igiene orale siano tra le cause principali della carie, né che vanno curati anche i denti di latte, quando cariati. Alla nostra salute servirebbe dunque un po’ più di sicurezza materiale, ma anche di informazione.

Articoli Correlati

x