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“Mens sana in corpore sano”? Sì, certo, e ora si capisce anche il perché. La virtù psichica essenziale, rilevata da una ricerca australiana, è quella dell’“immaginazione”, che sarebbe preziosa anche per favorire comportamenti personali salutari. Si tratta dunque di difenderla, anche dai tablet…

Che la salute del corpo e quella della mente vadano strettamente a braccetto è un concetto chiaro agli umani sin dai tempi di Aristotele. Ė la scienza contemporanea peraltro a specificare progressivamente le dinamiche di tale nesso. L'ultima novità in tal senso è annunciata dall'Università australiana di Curtin e pubblicata sulla rivista Health Psychology.

Viene documentato come l’impiego della “fantasia” abbia conseguenze immediate sulla qualità dei comportamenti personali in termini di “stili di vita”, con infine ricadute rilevanti sul piano della prevenzione. “Esistono forti legami tra le malattie croniche, come quelle cardiache e il diabete, e il comportamento, gli interventi basati sull'immaginario offrono un modo economico ed efficace per promuovere comportamenti positivi come l'attività fisica e un'alimentazione sana”, spiegano i ricercatori.

I vantaggi “economici” della psicologia, e in particolare i benefici di risparmio e di salute di un miglioramento della condizione psicologica della persona, costituiscono oramai una letteratura consolidata, anche in Italia. “Studi precedenti hanno mostrato come interventi finalizzati a stimolare l’immaginazione fossero utili a stimolare le performance degli atleti, dei piloti e dei pazienti al seguito di un ricovero, ora si dimostra come essi stimolino inoltre comportamenti utili alla salute personale”, rivendicano dall’Australia. Chi è stimolato all’uso dell’immaginazione infine mangia meglio, fuma e beve meno, ed è più orientato all’attività sportiva.

Attenzione pero: serve anche la volontà personale di procedere in questa direzione. Un altro studio, compiuto dall’Università americana di Stanford su centinaia di partecipanti, ha documentato come i percorsi di “apertura” a interessi diversi dal proprio quotidiano costituiscano una variabile essenziale per la capacità di sviluppare collegamenti e connessioni.

È qui che entrano in gioco gli stili di vita, con un particolare riferimento alla proliferazione dei nuovi strumenti digitali, a partire da smartphone e tablet. Le utilità sono note, un po’ meno l’enormità dei rischi, soprattutto (ma non solo) per lo sviluppo dei più piccoli. Uno studio del Boston College ha dimostrato come i bambini, esposti a tali dispositivi, abbiano già smarrito l’85% dei livelli di creatività raggiunti dalle generazioni precedenti. Ė allora essenziale mettere dei paletti seri sul loro impiego, a tutela dello sviluppo cerebrale dei più giovani nonché, all’evidenza, della loro capacità di tutelare nel tempo la propria salute psico-fisica.

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