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Secondo l’ultimo bollettino, relativo a gennaio, diramato dal Sistema nazionale di sorveglianza presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), le Regioni hanno segnalato complessivamente 164 casi di morbillo. L’80% è concentrato in quattro regioni, nell’ordine Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria.

Il tema non è purtroppo nuovo, ma gli ultimi dati forniscono ulteriore, amara conferma. Non solo l’Europa ha perso la sfida lanciata vent'anni fa di eliminare completamente alcune patologie come il morbillo entro il 2015, ma si assiste a un’insidiosa recrudescenza, legata a un parziale calo vaccinale sotto la spinta di qualche campagna (interessata) e alcuni spauracchi infondati che hanno allontanato dalla copertura alcune famiglie, specie tra le fasce deboli e meno istruite.

Secondo l’ultimo bollettino, relativo a gennaio, diramato dal Sistema nazionale di sorveglianza presso l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), le Regioni hanno segnalato complessivamente 164 casi di morbillo. L’80% è concentrato in quattro regioni, nell’ordine Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria. Oltre la metà delle persone coinvolte sono state ricoverate, circa il 40% ha sviluppato almeno una complicanza, e due pazienti sono addirittura morti. Costoro, insieme al 93% delle persone ammalatesi, non erano vaccinati.

Su scala europea, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato oltre 21mila persone infette nel 2017, e 35 decessi. Alcuni Paesi sono stati oggetto di specifico richiamo in relazione alla copertura vaccinale, e in particolare l’Italia, che ha segnato il record continentale di contagi (oltre cinquemila), superato solo dalla Romania. Niente allarmismi, comunque: come spiegano gli esperti le cifre contingenti possono essere legate a specifiche ondate, trattandosi di una patologia altamente contagiosa.

È però urgente riprendere il filo dell'informazione sull'importanza delle immunizzazioni, riconosciuta anche dai pochi medici scettici in materia. Lo stesso Iss, con un apposito approfondimento, ha stimato che le vaccinazioni principali hanno evitato tra il 1900 e il 2015 più di quattro milioni di contagi e decine di migliaia di morti in Italia. Il vaccino resta l’architrave dei successi della medicina contemporanea, che ha fatto raddoppiare la speranza di vita.

A proposito di buona informazione, ricorre proprio in questi giorni il ventennale della “fake news più celebre della storia". Coinvolgeva proprio il morbillo, e ricevette l'onore di pubblicazione dalla prestigiosa rivista Lancet (che poco dopo si scusò e cancellò l'articolo): un medico inglese avanzò l'ipotesi di un possibile legame tra il vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia e l'autismo. Precisò che si trattava solo un'ipotesi, ma trovò subito ampia eco mediatica, e lo stesso studioso suggerì cautelativamente l'impiego di vaccini monovalenti. Fu la “regina delle bufale”, una vera e propria “frode scientifica” - si commenta oggi unanimemente. Qualche tempo dopo la pubblicazione emerse un dettaglio in più: lo stesso medico, che gettò la pesante ombra sul trivalente, aveva fatto richiesta di brevetto per un suo vaccino monovalente.

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