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I tumori al pancreas sono incrementati del 60% negli ultimi anni in Italia. 8600 furono diagnosticati nel 2002, quest'anno sono stimati a quasi 14mila. Le ragioni dell'aumento sono molteplici

Un'altra “giornata mondiale”, dedicata stavolta al pancreas, e motivata, anzitutto, dalle cifre assai preoccupanti. I tumori in proposito sono incrementati del 60% negli ultimi anni in Italia. 8600 furono diagnosticati nel 2002, quest'anno sono stimati a quasi 14mila. Le ragioni sono molteplici, dall'invecchiamento della popolazione ad alcune cattive abitudini, tra il fumo (l’indiziato numero uno), la sedentarietà e sregolatezze alimentari. Ma all'elenco va purtroppo aggiunta anche una serie di criticità strutturali in ambito sanitario.

Tra le “luci viola” accese simbolicamente in 27 Paesi del mondo, e gli eventi organizzati in varie città italiane - in particolare Roma, Milano, Napoli e Verona - da parte dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica e di diverse associazioni di pazienti, non è mancata infatti qualche parola di vera e propria denuncia. Anzitutto, il 95% dei pazienti italiani non è curato in centri specializzati, e questo è particolarmente grave per una patologia su cui l'intervento è delicato e ad alto rischio di complicanze.

“Inaccettabile”, commenta il direttore del Centro del Pancreas dell'IRCCS San Raffaele di Milano Massimo Falconi, notando che sono meno di venti i centri in Italia che eseguono più di tredici interventi l'anno. La questione dei “volumi” sembra centrale. “Un’analisi dei dati raccolti dal Ministero della Salute ha mostrato che in un ospedale con poca esperienza in chirurgia pancreatica, il paziente ha un rischio di morire 5 volte maggiore”, spiega.

Pochi i centri, e poche anche le risorse. Sebbene sia tra i tumori più diffusi, “il carcinoma pancreatico riceve meno del 2% di tutti i finanziamenti per lo studio del cancro in Europa”, lamenta Rita Vetere, Vice Presidente dell'Onlus Salute Donna, invocando “una chiamata alle armi che vada dalla ricerca alla prevenzione, intesa come attenzione alle terapie e agli stili di vita”. A proposito di questi ultimi, emerge un dato interessante: a differenza di altre patologie, sul pancreas la situazione è migliore nel Sud Italia, con circa il 27% di casi in meno rispetto al Nord, e il fenomeno è attribuito perlopiù alla dieta mediterranea, e in particolare a un maggior consumo di verdura e frutta fresca.

Le criticità suddette si riflettono sui dati sulla speranza di vita dei malati italiani, globalmente migliore sull’insieme dei tumori rispetto agli altri Paesi del Vecchio Continente, ma con l’eccezione proprio del pancreas. Esso presenta delle difficoltà oggettive anche in materia di possibilità di diagnosi precoce, ma proprio per questo gli esperti invocano un salto nell’attenzione pubblica al fenomeno. Sul piano scientifico, non mancano le novità, specie in materia di nanotecnologie. Il direttore di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona Giampaolo Tortora cita il caso del “paclitaxel legato all’albumina formulato in nanoparticelle”, dotato di un meccanismo di trasporto innovativo che “riesce ad arrivare alla radice del tumore”, rallendando la proliferazione della malattia, se non addirittura fermandola. Si tratta però di fare presto e meglio, anche dal punto di vista organizzativo.

 

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