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Il mercato del farmaco è in discreta salute, con tendenze al lieve aumento. In due parole i primi dati sull’intero 2015 mostrano questo.

Il mercato del farmaco è in discreta salute, con tendenze al lieve aumento. In due parole i primi dati sull’intero 2015 mostrano questo. Il nodo è però che non si può dire “in due parole”. Il settore è talmente complesso e in evoluzione, tanto nell’offerta quanto negli orientamenti dei consumatori, da rendere impossibile l’aggregazione. Alcuni segmenti arrancano, altri segnano un mini-boom con prospettive stimate all’escalation. E questo è il caso in particolare degli equivalenti.

 

Le cifre, fornite da New Line Ricerche di Mercato documentano globalmente un incremento del mercato della farmacia dell’1,5% in valore, dell’1% a pezzi, sostanzialmente in linea con le stime pregresse dell’osservatorio internazionale di Ims Health, per un fatturato complessivo di oltre 25 miliardi di euro. Ma i dati vanno appunto scorporati.

 

Alcuni notano una differenza “merceologica”, sottolineando il balzo del 3,6% del fatturato (+2% a pezzi) di tutto ciò che viene venduto in farmacia senza obbligo di ricetta, in linea con gli anni precedenti. Ma anche qui bisogna distinguere, specie sui volumi. Su questi la crescita risulta addirittura piatta per i farmaci da banco (gli OTC e i “non pubblicizzabili” SOP), sicché l’aumento è perlopiù trainato da una parte dei parafarmaci, in alcuni segmenti specifici (dietetici, fitoterapici e veterinari).

 

La variabile più rilevante è di tipo farmacologico in senso stretto, e riguarda proprio il confronto tra originator ed equivalenti. I primi segnano il passo, con un calo dello 0,8% a valori e dello 0,9% a volumi. Il segno più appare per loro solo sul fatturato dei farmaci non mutuabili (fascia C), dovuto però solo all’aumento dei prezzi, in quanto le quantità vendute segnano anche qui una flessione del 2,2%. Di tutt’altro segno emergono i generici, positivi ovunque, in ogni fascia, con incrementi medi del 6,6% in valore e del 4,9% in volumi.

 

Sono dati importanti, che partono da lontano e porteranno ancor più lontano. L’alto potenziale del nostro paese, per le stime internazionali di settore, è motivato dal relativo ritardo segnalato dall’Ocse rispetto ad altri paesi avanzati, e al contempo dalla progressiva consapevolezza anche in Italia circa la pari efficacia e sicurezza del “generico” rispetto alla “marca”.

 

 

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