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Che il farmaco generico sia rivoluzionario ora lo sostiene anche la finanza americana.

Sembra ieri ma son passati 35 anni. L’8 febbraio scorso il Nasdaq ha festeggiato il proprio compleanno, e lo ha fatto scommettendo sull’ultimo “cambiamento rivoluzionario” dei nostri tempi, ossia l’avanzata dei farmaci generici.

In mezzo agli stravolgimenti, bolle, truffe e periodiche crisi che hanno investito la finanzia globale, a partire da quella americana, il Nasdaq ha consolidato una posizione di autorevolezza, documentata da un incremento del volume di affari che nell’arco di tutta la sua storia sfiora il 10% annuo. Sicché il primo mercato elettronico al mondo è diventato rapidamente anche il più esteso per capitali mobilitati, secondo solo a Wall Street. Di più, essendo il principale punto di riferimento dei “tecnologici”, quel che fa e scrive sul proprio sito è letto con prioritaria attenzione da chiunque guardi avanti e cerchi di capire dove va il mondo.

È da quel pulpito che si sottolinea la “rivoluzione”, a colpi di cifre, grafici, proiezioni, addirittura l’elaborazione di un indice specifico, l’Indxx Global Generics & New Pharma Index. In breve, si nota questo: solo negli Stati Uniti, gli equivalenti ammontano già all’88% di tutte le prescrizioni, con una stima a salire al 92% entro quattro anni. Nel periodo 2013-2018 si prevede che il settore contribuirà al 52% della crescita della spesa farmaceutica globale, rispetto al 35% degli originator, che in più devono scontare per loro natura più alti investimenti iniziali. Nel decennio in corso, i farmaci che perdono i diritti di “patent” sono stimati a un valore di vendita annuale pari a 200 miliardi di dollari e, quando scade la licenza, cedono agli equivalenti mediamente il 90% del mercato.

A tutto questo si aggiunge – nota ancora il Nasdaq – il combinato tra i rilevanti risparmi per i consumatori, le esigenze sanitarie crescenti di una popolazione che invecchia e l’aumentata consapevolezza di governi e pazienti circa la completa equivalenza nell’efficacia e sicurezza terapeutica. La “rivoluzione” è qui, scrisse anche un anno fa lo stesso portale americano. E’ proprio così, le “bolle” sono tutte altrove, ha voluto ora ribadire nel proprio anniversario.

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