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Un’inchiesta specifica del centro studi della Cgia (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre fa il punto sui ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione

L’Italia è culla di tante cose, purtroppo non della puntualità. E se il ritardo colpisce il lavoro e il denaro, il difetto è grave per tutti, famiglie, imprese e l’intero patto sociale. Se poi riguarda l’ambito sanitario, il ritardo diventa drammatico. Un’inchiesta specifica dell’eccellente centro studi della Cgia (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre fa il punto e, pur con qualche segnale positivo, ribadisce l’annoso problema, specie a sud, sul quale la stessa Assogenerici si è spesa da tempo.

La legge stabilisce un limite per il pagamento delle fattura a  60 giorni dall’emissione. Ebbene, ad esempio in Molise, il saldo viene effettuato mediamente dopo 412 giorni,  a Napoli, dall’Asl 1, dopo 401, nella capitale, dall’Asl Roma A, dopo 397. Ritardi ingiustificabili, sebbene il debito sanitario risulti negli ultimi mesi globalmente in lieve calo. Ma i tempi e l’accumulo pregresso restano gravissimi. “Un debito di 30 miliardi, quasi la metà dei 70 miliardi che tutta la pubblica amministrazione deve alle imprese”, nota il coordinatore dell’Ufficio Studi Paolo Zabeo. 

L’indagine sottolinea e incoraggia anche le pratiche in controtendenza, quasi tutte al centro-nord. Il record è quello dell’Asl 1 di Trieste che paga addirittura con 25 giorni di anticipo. Segno che, volendo, si può.

Da anni Assogenerici denuncia il problema dei ritardi. “A volte pari a due anni”, lamentava ad esempio in un comunicato nel 2009, notando che “colpisce tutti i fornitori, ma nel caso dei produttori di equivalenti si rivela ancora più vessatoria, visti i bassi costi e gli ancora più bassi margini dei medicinali venduti agli ospedali e alle altre strutture sanitarie”.

 

Nei giorni scorsi, nel  ringraziare  il Presidente della Commissione salute della Conferenza delle Regioni uscente Venturi e nel complimentarsi  con l’entrante Saitta, il presidente di Assogenerici, Enrique Häusermann, ha ricordato l’importanza del settore dei generici e biosimilari, quali “alleati su aspetti fondamentali per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale come la razionalizzazione della spesa farmaceutica e il sostegno all’innovazione”. Generici e biosimilari garantiscono pari efficacia e costano meno e, anche per questo, se non sono pagati, il danno è multiplo.

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