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Il purpureo dell'azalea ha colorato domenica la festa della mamma in quasi quattromila piazze italiane. E’ il fiore elevato da trent'anni a simbolo della battaglia contro i tumori femminili, da parte dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc).

Il purpureo dell'azalea ha colorato domenica la festa della mamma in quasi quattromila piazze italiane. E’ il fiore elevato da trent'anni a simbolo della battaglia contro i tumori femminili, da parte dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc). Costo della piantina 15 euro, per alimentare i fondi della ricerca. L'urgenza è massima, segnalata inoltre da nuove imminenti mobilitazioni e convegni, sullo sfondo di una serie di ritardi anche nella sanità pubblica.

La piaga è nelle cifre: sono 48mila le donne colpite solo l’anno scorso, di cui, si noti, per il 30,4% a meno di 44 anni. E' la forma tumorale più diffusa tra le donne ma, sottolinea ancora l'Airc, è anche quella su cui si sono raggiunti i migliori risultati nella medicina. Negli ultimi vent'anni la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è stata portata dal 78% all'87%. “ Solo nel 2016 abbiamo investito 12 milioni e 400 mila euro per 111 progetti e 27 borse di studio”, rivendica a margine il direttore scientifico dell'associazione Federico Caligaris Cappio.

E molto continua a muoversi. Di questi giorni ad esempio l'annuncio di una promettente ricerca dell'Università di Torino, finanziata dalla Fondazione Veronesi, su una sorta di “vaccino” capace di attaccare le cellule staminali tumorali che originano le metastasi. Applicabile anche in concomitanza con la chemioterapia.

La strada però resta in salita, anche in ragione di difetti rimarcati proprio in questi giorni nella sanità. Da due anni il ministero, su impulso europeo, ha disposto alcune novità importanti, quali un’esenzione per le donne ritenute “ad alto rischio genetico” che scelgano la “sorveglianza” (cioè la diagnosi precoce), permettendo l'accesso gratuito ai frequenti e costosi esami. Ma le regioni che l’hanno applicata sono solo sue, l’Emilia Romagna e la Lombardia.

La denuncia è stata rinnovata proprio in questi giorni a Viterbo, al convegno dell’Associazione Nazionale dei Senologhi Chirurghi. Da qui il rilancio anche del tour della “ Race for the cure - tre giorni di salute, sport e benessere per la lotta ai tumori del seno”. Cinque chilometri di corsa, col contorno di esami e consulenze mediche. Si correranno a Roma domenica prossima, poi l’evento si sposterà a Bari (dal 20 al 22 maggio), Bologna (dal 23 al 25 settembre) e Brescia (dal 14 al 16 ottobre). In cima, l’ennesimo accorato slogan alla prevenzione: “ I controlli devono diventare un’abitudine di vita”, incalza il dottor Riccardo Masetti, presidente dell’Ong promotrice Komen Italia.

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