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Non è un’ironia, dobbiamo esserne fieri e felici. Lo sottolinea una ricerca americana, di base nel Michigan. L’indagine è partita da un’app gratuita sviluppata qualche anno fa da alcuni studiosi per aiutare a superare il cosiddetto “jet lag”.

Nelle classifiche mondiali di vario ordine e grado stiamo perlopiù retrocedendo. Su una cosa però rimaniamo campioni. Il sonno. Non è un’ironia, dobbiamo esserne fieri e felici. Lo sottolinea una ricerca americana, di base nel Michigan. L’indagine è partita da un’app gratuita sviluppata qualche anno fa da alcuni studiosi per aiutare a superare il cosiddetto “jet lag”, la sindrome del fuso orario. Ne è uscita una mappatura globale. Che ci premia, per diversi ottimi motivi.

Non siamo per la verità i primissimi della classe. Ci battono, forse a sorpresa data la latitudine, gli olandesi. Ma siamo comunque nella “top ten”, con una media di 7 ore e 53 minuti, 20 in più dei meno dormiglioni di tutti, i giapponesi. Sembrerebbero differenze lievi, ma a livello di massa il dato è molto significativo, e a livello sanitario una differenza di decine di minuti di riposo quotidiano può fare la differenza.

Mediamente andiamo a letto alle 23.42 (secondi solo agli spagnoli), e ci svegliamo alle 7.35. A riposare di meno sono soprattutto gli uomini, e soprattutto di mezza età, per modalità che non sono generalmente stabilite da fattori naturali, quanto da impegni familiari, sociali e di lavoro. E non va bene.


Quindi, seppur nell’insieme “bravi” a tutelare il sonno, dovremmo averne ancor più cura. Una carenza di sonno aumenta il rischio di contrarre alcune forme tumorali, malattie cardiovascolari, diabete, e perfino patologie più lievi come l’influenza, o ancor meno percettibili come le perdite del tessuto cerebrale o della concentrazione degli spermatozoi tra gli uomini.

Ai disturbi del sonno si associano istintivamente gli adulti, ma anche questo è un mito che va sfatato. Da un’altra ricerca condotta ad Harvard emerge che il 61% degli adolescenti dorme poco. E il danno è gravissimo. Anche per gli effetti sull’aggressività. Comportamenti devianti in proposito sono accertati nel 40% di loro, e in larga parte si tratta di giovani che non riposano a sufficienza.

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