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Una ricerca americana documenta come, sul fronte dei pazienti, l’atto di “andare in chiesa” riveli correlazioni con la qualità dello stato di salute.

Lo sappiamo fin troppo bene dalla storia. Religione e scienza non vanno sempre d’accordo, con anzi drammatici pregressi di censura e repressione. Detto questo, c’è una ricerca americana che rimescola le carte e documenta come, sul fronte dei pazienti, l’atto di “andare in chiesa” riveli correlazioni con la qualità dello stato di salute. Lo studio sta avendo parecchia eco, anche sulla scia di contestazioni e ilarità, e tuttavia il dato sembra statisticamente rilevante, e andrebbe quindi preso con pur critica attenzione.

Cosa dicono in dettaglio dagli Stati Uniti? Ebbene, un gruppo di ricercatori capitanato da Tyler J. Van der Weele, scienziato della School of Public Health di Harvard, si è messo a monitorare per 16 anni quasi 75mila donne adulte. Nel 1996 furono sottoposte a un questionario. In larga parte cattoliche o protestanti, non tutte – anzi solo la metà – erano realmente “frequentanti” di servizi religiosi. Già allora emerse qualcosa, ossia che le più “assidue” mostravano in generale meno sintomi depressivi e, tra le altre cose, fumavano meno.

Le stesse sono state poi seguite nel loro decorso sanitario, a volte fatale, visto che quasi un sesto di loro poi sono morte e, nella metà dei casi, per cancro o malattie cardiovascolari. In proposito, però emerge che le “frequentanti” hanno presentato un tasso di mortalità ridotto addirittura del 33%.

Non mancano i pregressi, soprattutto negli Stati Uniti, di studi che hanno evidenziato una correlazione tra spiritualità e salute, anzitutto mentale. Il gesto della “preghiera”, la “fede” in qualcosa o qualcuno sembrano essere una risorsa importante. E anche in Italia si sono scritti libri, per sottolineare l’importanza di offrire tempi e spazi alla meditazione religiosa, anche alle persone di fede diversa da quella cristiana.

Mancano invece evidenze scientifiche sui rapporti di causa ed effetto. Tuttavia, nota uno scienziato “discussant” indipendente, “ l’associazione statistica emersa da questa analisi è decisamente solida e importante”. Forse non sarà mai possibile stilare grafici e formule che spieghino tale correlazione, ma il segnale è già chiaro, e dice almeno due cose importanti, anche se possono suonare scontate. La prima è che il nostro benessere psichico è fondamentale per la salute, e quindi bisogna averne cura. La seconda è che, per fare questo, bisogna ogni tanto fermarsi. Che sia una chiesa, un tempio, una moschea, una sinagoga o un’entità anti o non religiosa, serve ogni tanto spegnere i telefonini e i pensieri imminenti e guardare oltre, fuori e dentro di noi. Non è una perdita di tempo, è un tempo che il nostro corpo merita.

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