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C’è chi tende a dimagrire con la stagione calda, ma per molti vale il contrario, tra cambi di abitudini e “strappi” vacanzieri. Alcuni nutrizionisti peraltro ricordano: è l’inverno, e non l’estate, il periodo in cui l’organismo “consuma” di più e le diete, quindi, funzionano meglio. Serve comunque qualche cautela, specie per i più piccoli

Fa caldo, per molti c’è la spiaggia, le alte temperature abbassano i bisogni di cibo e stimolano la sudorazione, qualche preoccupazione per il giro-vita costituisce un incentivo ulteriore a cercare di rimettersi almeno parzialmente in forma. Soprattutto, è il tempo di almeno un po’ di riposo, che di per sé aiuta a ripristinare l’assetto psicofisico e metabolico messo sotto pressione dalle fatiche quotidiane delle stagioni fredde.

Tutto vero, ma la realtà è che vale anche e soprattutto il contrario. Magari si nuota un po’, si fa qualche bella escursione in montagna e altrettanto importanti passeggiate in acqua, ma per molti l’estate è perlopiù tempo di “vacanza”, anche dalle attività fisiche. Poi ci sono i cambi repentini di abitudini, che rappresentano di per sé un fattore di stress. E ci sono gli “strappi”, che ci concediamo con maggiore disinvoltura, specie sull’alimentazione. Per tutto questo arriva però una pur parziale rassicurazione: a detta di qualche esperto, l’estate sarebbe il periodo peggiore, non il migliore, per pensare a qualche dieta.

“In inverno l'organismo 'spreca' moltissimo per mantenere la temperatura sui 36 gradi, facilitando la perdita di peso. Ciò non accade in estate, sicché le diete funzionano poco”, racconta ad esempio all’agenzia Adkronos il nutrizionista Ciro Vestita, aggiungendo una curiosità: “Molti nutrizionisti e dietologi non prendono neppure appuntamenti in questo periodo”. Meglio dunque rinviare la dieta a dopo l’estate, quando tra l’altro si recupera il pieno controllo della routine alimentare domestica.

“Diete” a parte, qualche buona norma estiva va comunque seguita, e lo ricorda anche il ministero della Salute. L’imperativo numero uno rimane l’alto consumo d’acqua. Poi, cercare di mantenere un po’ di regolarità nei pasti (a partire da una robusta colazione), tanta frutta e verdura, un’attenzione supplementare alle scadenze e alla conservazione degli alimenti sottoposti ad alte temperature, poco sale, meglio iodato, cibi freschi, senza esclusione (né esagerazione) di qualche buon gelato.

Una postilla riguarda i bambini, che in maggioranza tendono a tornare a scuola con qualche chilo di troppo. Dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale arriva qualche consiglio in più, centrato non tanto sugli ingredienti quanto sulle abitudini. Tra le priorità indicate, quella di cercare di mangiare in famiglia, e anche di coinvolgere i bambini nelle scelte e nelle azioni, dalla spesa alla cucina. La “socialità” sarebbe il primo argine alle cattive abitudini, prima ancora di “decaloghi” e diete.

 

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