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Mele, pere, prugne e kiwi; ma anche noci, pistacchi e arachidi; fagioli, ceci, lenticchie; carote, melanzane, carciofi; cereali e addirittura il cioccolato fondente: sono tutti alimenti ricchi di fibre in grado di “nutrire” il nostro microbioma - l’insieme dei microrganismi che ognuno di noi ospita nel proprio intestino - e di conseguenza possono aumentare l’efficacia dell’immunoterapia. Entro il prossimo anno, è in programma al San Raffaele di Milano un nuovo trial clinico che prevede la somministrazione di una dieta controllata ricca di fibre nei pazienti con mieloma indolente. A fare il punto sulle ultime novità sulla immunoterapia dei tumori e su come questa possa essere modulata dal microbioma intestinale sono stati gli scienziati che hanno partecipato alla CICON23 International Cancer Immunotherapy Conference, a Milano.

 “L'immunoterapia ha rivoluzionato la cura di molti tumori", spiega Pier Francesco Ferrucci, direttore dell’Unità di Bioterapia dei Tumori presso l’istituto Europeo di Oncologia e presidente del Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori. "Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Da qui l'ipotesi, che ormai è diventata una certezza, che la composizione del microbioma intestinale - aggiunge - di un paziente influenzi il successo del trattamento immunoterapico”. “Che il microbioma sia una parte cruciale del nostro sistema immunitario lo sappiamo ormai da tempo", aggiunge Vincenzo Bronte, direttore scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto e next-president di NIBIT.

“A questo proposito stiamo pianificando un trial clinico su pazienti affetti da mieloma indolente", afferma Matteo Bellone, responsabile dell’Unità di Immunologia Cellulare presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, tra gli organizzatori di CICON23. "Ai pazienti proporremo una dieta controllata ricca di fibre con l'obiettivo di comprenderne gli effettisul decorso e sulla prognosi della malattia”.

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