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Anche per il paziente con problemi di linguaggio il caregiver è un pilastro fondamentale. Dei 3 milioni in Italia che assistono molti pazienti, circa un terzo si occupa proprio di supportare coloro che seguono cure logopediche. A riconoscerne il ruolo cruciale è la Federazione dei Logopedisti Italiani (FLI), secondo cui i caregiver possono contribuire alla prevenzione e rieducazione dei disturbi della comunicazione e della deglutizione e sono anche un “ponte comunicazionale” anche nell’interazione con persone con demenze e afasia, potendo agire tramite l’utilizzo di approcci codificati come il Communication Partner Training o la Comunicazione Aumentativa Alternativa, condividendo azioni e strategie con familiari, amici e altri professionisti.

“I logopedisti riconoscono il ruolo cruciale del caregiver nella gestione del paziente e della persona fragile con disturbi del linguaggio”, spiega Tiziana Rossetto, logopedista e presidente della FLI. “La collaborazione con il caregiver comincia dal primo incontro, con la stesura dell’anamnesi e la valutazione indiretta tramite interviste e questionari, e prosegue via via fino ai follow-up e alle dimissioni”, spiega Rossetto. “Un aiuto che diviene fondamentale in caso di disturbi del linguaggio come l’afasia o le difficoltà comunicativo-linguistiche”, sottolinea Ilaria Ceccarelli, logopedista FLI (ASL Roma 4).

“Anche in casi di disturbi della deglutizione – precisa Raffaella Citro, logopedista FLI (A.O.U. Ruggi D’Aragona, Salerno) – il caregiver fornisce un aiuto chiave nell’organizzare e gestire i pasti secondo quanto concordato con il logopedista, con un importante ruolo di monitoraggio per la sicurezza della persona assistita”. Aggiunge Anna Giulia De Cagno, logopedista vicepresidente FLI: “Negli ultimi anni, inoltre, si è affermato il fondamentale ruolo del caregiver nella terapia indiretta o mediata, soprattutto per l’età evolutiva, in cui il logopedista condivide con le figure di riferimento, strategie da utilizzare nei contesti di vita quotidiana per una stimolazione adeguata delle competenze socio-conversazionali e linguistiche”.

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