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Una ricerca dell'Università di Toledo, pubblicata su Infant Behaviour and Development rileva l'impatto negativo dell’eccesso di oggettistica sullo sviluppo cognitivo dei bambini.

E se avessimo esagerato con i regali di Natale e soprattutto con i giocattoli? Il tema è da tempo dibattuto, sul piano etico quanto su quello pedagogico, ma ora una ricerca dell'Università di Toledo, pubblicata su Infant Behaviour and Development ne rilancia la problematica clinica, rilevando l'impatto negativo dell’eccesso di oggettistica sullo sviluppo cognitivo dei bambini.

La conferma è giunta da una sperimentazione piuttosto semplice. Sono stati reclutati 36 bambini facendoli giocare in una stanza per mezz'ora, monitorandone i dettagli comportamentali. Erano divisi in due gruppi, uno aveva a disposizione sedici giocattoli, l'altro solo quattro. È emersa una chiara differenza in favore dei secondi sia in termini di creatività dimostrata che di  capacità di concentrazione.

"Abbiamo dimostrato che con troppi giochi peggiora sia la durata che l'intensità dello svago”, sottolinea la coordinatrice dello studio Carly Dauch. “È come se gli oggetti interferissero fra loro, rappresentando una distrazione dall'approfondimento, mentre durante l'infanzia i piccoli sviluppano la capacità di concentrazione ed è importante metterli nelle condizioni di non essere 'disturbati'”, aggiunge l'esperta.

Il monito è da prendere sul serio, anche considerando che, in base alle stime sul Regno Unito, ogni bimbo possiede 238 giochi ma solitamente ne usa solo una dozzina, ossia circa il 5%. Qualche segnale di presa di coscienza peraltro c'è, da parte delle famiglie, a leggere anche i dati sugli acquisti pre-natalizi. Dopo anni di boom, Confesercenti segnala ad esempio un lieve calo dei tablet, rispetto ai giochi tradizionali di intelletto. Nella stessa Gran Bretagna il sotto-settore che ha segnato gli incrementi maggiori è stato quello dei giochi da tavolo, che tra l'altro invitano alla socializzazione.

Si tende dunque al recupero di considerazioni di qualità pedagogica nella scelta dei doni. Tuttavia, permane, e anzi ai fatti si allarga, il tema della “quantità” sollevato dagli studiosi iberici. Nel Regno Unito il giocattolo ha segnato l'anno scorso un affare da tre miliardi e mezzo di sterline. In Italia la spesa è salita fino ad ammontare al 50% dei doni effettuati. A quanto pare sono ancora troppi. E il troppo spesso fa danno.

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