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Oltre l’80% degli adolescenti tra 11 e 17 anni fa poca o nessuna attività fisica: questo genera un effetto negativo per la salute

Non si tratta più di disquisire tra favorevoli e contrari, tra i più e i meno propensi allo sport, anche in riferimento alle scuole. Il tema non è ideologico: è solo sanitario. Lo ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, illustrando i dati preoccupanti sulla sedentarietà, eccessiva perfino tra i ragazzi, con quel che consegue per i loro stessi rischi fisici, nell’arco dell’intera vita.

Il dato essenziale è che oltre l’80% degli adolescenti tra 11 e 17 anni fa poca o nessuna attività fisica: questo genera un effetto negativo per la salute conteggiato in un rischio aumentato di morte di quasi il 30%, incrementando l’esposizione  a problemi cardiovascolari, ictus, diabete e perfino cancro. “Studiare incentivi fiscali per chi svolge la pratica sportiva e, soprattutto, aumentare le ore di educazione fisica nelle scuole, affinché questa materia non sia più una cenerentola, ma un volano decisivo per rendere la nostra società più attiva e in buona salute”, commenta la stessa ministra della Salute Lorenzin.

Il nodo è che fin qui non si è fatto nulla, mentre sarebbe il caso di agire con urgenza. Secondo l’ultimo rapporto europeo in materia, gli italiani risultano tra i più sedentari, col 60% che di chiara di non fare attività fisica, mentre la media europea continentale scende al 42%, e in Paesi come la Svezia arriva addirittura sotto il 10. Per quel che riguarda le scuole, in Francia si conteggia una media di 108 ore di educazione fisica per anno scolastico, mentre da noi sono poco più della metà, e non vi sono ancora linee guida cogenti in materia.

Permane in Italia solo l’indicazione del minimo di un’ora alla settimana, mentre l’indicazione della scienza è che alla crescita sana dei giovanissimi servirebbe almeno un’ora al giorno di attività fisica. Il problema è anche nei costi, pubblici e privati. Un’altra (ex) ministra, l’olimpionica Josefa Idem, aveva lamentato il fenomeno dei “progetti integrativi pagati dai genitori” per integrare le lacune scolastiche, perorando la necessita di affidare l’educazione fisica pubblica, sin dalla scuola primaria, a laureati nelle scienze motorie. Ne servirebbero circa ventimila, con un costo annuo stimato ad almeno 300 milioni di euro.

Si parla dei bambini, del futuro, ma attenzione, non è mai troppo tardi per iniziare qualche attività sportiva, o per evitare di rinunciarvi. Con cautela, naturalmente, ma un esercizio moderato è considerato un tassello essenziale della prevenzione, anzitutto cardiovascolare, anche in età avanzata.

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