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A riconoscere le criticità della Sanità pubblica sono anzitutto i medici. Il loro sindacato, in un dossier, conteggia la perdita di ben 70mila posti letto.

“Siamo in un’epoca di guerra”, arriva a dire il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Walter Ricciardi, riepilogando le difficoltà economiche dei nostri tempi e fissando la priorità di salvare, anzitutto, il sistema-salute, urgenza rilanciata anche dai dati preoccupanti, divulgati dagli stessi medici, sul calo dei posti letto e del personale in Italia. Una problematica estesa, oltre che cruciale, che chiama alla responsabilità tutti gli attori del settore, incluso l’ambito delle scelte farmacologiche.

Ricciardi riepiloga le principali sofferenze globali, inclusa quella delle migrazioni, citando anche la separazione di migliaia di bambini dai loro genitori negli Stati Uniti. Soprattutto, sottolinea l’entità delle difficoltà economiche che hanno coinvolto l’Italia nell’ultimo decennio. “Nella Seconda Guerra Mondiale perdemmo il 7,5% del prodotto interno lordo, con questa crisi economica abbiamo perso il 10%”, nota il leader dell’Iss, avvertendo peraltro che la sfida del rilancio resta soprattutto nelle nostre mani. “Nessuno ci regalerà niente in quest’epoca geopolitica così complessa”, ha detto.

C’è una cosa che però possiamo e dobbiamo fare subito: salvare il Sistema sanitario, compito tutt’altro che agevole. “Dal punto di vista pratico molti cittadini, soprattutto al Sud, non accedono più a servizi essenziali, sono costretti a muoversi o a rinunciare ai servizi o a pagarseli di tasca propria”, lamenta Ricciardi, peraltro congratulandosi con la ministra della Salute Giulia Grillo, che ha avviato i primi passi per un piano nazionale che abbatta i tempi delle liste d’attesa, nonché con le Regioni che ci sono già riuscite: “L’Emilia Romagna di fatto ha quasi azzerato le liste”.

A riconoscere le criticità della Sanità pubblica sono anzitutto i medici. Il loro sindacato, in un dossier, conteggia la perdita di ben 70mila posti letto, rendendo impietoso il confronto con altri Paesi avanzati: ci sono 3,7 posti per mille abitanti, mentre in Francia si sale a 6, e in Germania a 8. “Tra le ragioni di questo declino, i tagli selvaggi, l’aziendalizzazione, il decentramento, le privatizzazioni” spiega Pina Onotri, segretaria del Sindacato Medici Italiani, che naturalmente sottolinea la criticità della carenza di personale: “Nel Ssn il ricorso al precariato è cresciuto tra il 2014 e il 2015 di circa 3.500 unità per complessivi 43.763 lavoratori, tra cui 9.500 medici, 1.500 solo in Sicilia”.

Il sistema-salute richiederebbe un rilancio dal punto di vista delle risorse investite e dell’efficienza nella spesa, anche farmacologica, come recentemente sottolineato anche dal ministro della Salute, Giulia Grillo. I farmaci equivalenti consentono ai cittadini e alle amministrazioni un notevole risparmio che può generare un potenziamento dell’assistenza. Lo documentano anche gli ultimi dati, relativi al primo trimestre 2018. Il settore è in crescita costante raggiungendo il 21,72% del volume totale del mercato farmaceutico, e il 12,7% in valore (differenza che segnala, essa stessa, l’entità del risparmio), ma ancora lontano da altri Paesi avanzati. Soprattutto alla luce del perdurare di sperequazioni tra Regioni, con una corrispondenza: quelle che ricorrono di più ai generici sono tendenzialmente le stesse che conseguono i parametri migliori nella qualità del Servizio sanitario.

 

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