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L'uso dei contraccettivi orali di terza generazione si assocerebbe, nelle donne giovani normopeso, a un innalzamento dei livelli della proteina C reattiva ad alta sensibilità, configurando un possibile maggior rischio di tromboembolia venosa e di malattie cardiovascolari. Lo rivela una ricerca italiana, condotta da Sabina Cauci dell'Università di Udine e pubblicata sul numero di aprile di Obstetrics and Gynecology. In questione sarebbero le preparazioni che contengono desogestrel o gestodene, che pure erano stati introdotti proprio per ridurre l'effetto su cuore e vasi dei precedenti contraccettivi. L'indagine è stata condotta su 77 utilizzatrici della pillola di terza generazione confrontate con un campione di 200 che non facevano uso di contraccettivi orali. Mentre per altri marker come l'omocisteina non si osservavano differenze e i livelli di colesterolo miglioravano leggermente, nel 27% delle donne in trattamento si riscontravano livelli elevati di PCR rispetto all'8,5% del gruppo di controllo.

Fonte: Obstet Gynecol 2008;111:857-864.



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