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Secondo Roberto Ferrari, presidente della Società Europea di Cardiologia (ESC), la frequenza cardiaca elevata è un fattore di rischio per il cuore proprio come la pressione altae afferma: "Mi auguro che venga presto inserita nelle carte del rischio cardiovascolare". Gli esperti infatti sostengono che misurare i battiti cardiaci al polso debba diventare una prassi per tutti: "Se la frequenza cardiaca supera i 70 battiti al minuto - spiega il ricercatore - significa che il nostro organismo sta inviando un messaggio negativo, tanto più grave quanto più è compromesso il cuore". Dalle ricerche emerge, infatti, che quando il cuore pulsa a un ritmo uguale o superiore a 70 battiti al minuto anche nella popolazione generale la mortalità cardiovascolare ha un'incidenza dello 0,5%, che sale allo 0,9% nei cardiopatici stabili, all'1,9% nei cardiopatici ipertesi e arriva al 5,1% nei cardiopatici con disfunzione ventricolare sinistra.



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