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Il 15% delle ragazze anoressiche non riesce a risolvere il disturbo e oltre il 20% inevitabilmente ricade nella malattia e ci convive per sempre.Tra i pazienti con disturbi del comportamento alimentare vi sono anche neonati di pochi mesi e bimbi sotto i tre anni: si nutrono solo con il biberon e non vogliono essere svezzati, rifiutano i cibi solidi e ingurgitano solo frullati. Secondo le stime, nella fascia 0-3 anni soffre di disturbi alimentari il 2-3% della popolazione generale. Problemi che possono essere temporanei o sfociare in patologie più complesse, ma in genere sono frutto di difficoltà nella relazione mamma-bambino. Diversa, invece, la molla che fa scattare in un'adolescente o pre-adolescente la trappola dell'anoressia, della bulimia o di altre sindromi alimentari meno nette, ma altrettanto gravi. Dietro la malattia si nascondono diversi fattori scatenanti: vi è una componente genetica e vi sono l'effetto di un cattivo esempio in famiglia, un disagio psicologico personale o un problema di educazione... persino la cultura sale sul banco degli imputati.



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