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L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da una ridotta massa minerale e da un deterioramento strutturale dell’osso con conseguente aumento della fragilità ossea, questo porta ad un maggiore rischio di fatture. Nel mondo 200 milioni di donne soffrono di osteoporosi. In Italia si calcola che oltre 3,5 milioni di donne e circa 1 milione di uomini sono affetti da questa patologia. In particolare il 33% delle donne tra i 60 e i 70 anni di età e il 66% delle donne over 80 sono colpite da osteoporosi. Questi numeri sono destinati a crescere drasticamente nel nostro paese, infatti in Italia il progressivo invecchiamento della popolazione porterà ad un aumento dei casi di osteoporosi: se nel 2000 si sono registrate 86000 fratture di femore, si stima che nel 2020 queste arriveranno a circa 150000. Per il sistema sanitario nazionale i maggiori costi associati all’osteoporosi sono quelli che derivano dalle fratture e dalle loro conseguenze (ricoveri, pensioni, invalidità). I farmaci che riducono il rischio di fratture quindi determinano consistenti risparmi per la società, riducendo i costi associati alle fratture. Oggi per molte terapie utilizzate per la cura dell’osteoporosi sono disponibili i farmaci equivalenti. Tra i farmaci generici più utilizzati ci sono i bisfosfonati (alendronato, residronato) e gli integratori a base di calcio e vitamina D. Se si confronta il prezzo del farmaco di riferimento di tipo brand (a marchio) o equivalente, si vede quanto si può risparmiare per singola confezione.

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