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La spesa sanitaria rappresenta una quota estremamente rilevante di tutta la spesa pubblica nel nostro Paese. Come da più parti evidenziato, uno dei problemi principali è quello di una sua gestione più efficiente. Un argomento questo che riguarda direttamente l’interesse di ogni cittadino-paziente, dal momento che ogni euro sprecato significa automaticamente meno servizi o peggiori prestazioni.
Sono molte le voci che concorrono a gonfiare la spesa sanitaria oltre il dovuto, come dimostrato da un recente studio svolto da Federanziani, che ha svelato come si potrebbe addirittura risparmiare 1 miliardo di euro da devolvere a miglior uso.L’indagine, svolta dal gruppo di studio Sic – Sanità in cifre di Federanziani e presentata alla recente convention 2011 dell’associazione, ha setacciato i bilanci di Asl, Aziende ospedaliere e istituti di ricerca. L’analisi, che si è basata sui conti economici delle Regioni, si è concentrata su costi quali lavanderia, pulizia, mensa, utenze telefoniche, premi assicurativi e spese legali. In sintesi, voci di costo estranee alle priorità del Servizio sanitario nazionale, almeno dal punto di vista di ciò che si aspettano i cittadini. Ebbene, quello che lo studio ha evidenziato è che proprio su queste voci sarebbe possibile un enorme risparmio, se solo fossero gestite in modo più efficiente.
Nel dettaglio, questi costi, pari al 4,5% della spesa sanitaria pubblica, sono stati messi in relazione con il numero dei dimessi e delle giornate di degenza presso gli ospedali e con il numero dei residenti nelle Asl. In seguito a un’analisi dettagliata, il dato ottenuto è di quelli che fanno riflettere: su tutte queste spese la Sanità pubblica potrebbe in realtà risparmiare da un minimo di 809,595 milioni a un massimo di 964,621 milioni di euro. Non poco, quasi 1 miliardo che ogni anno potrebbe essere devoluto, anziché a spese per le pulizie o il telefono, a necessità molto più prioritarie per il bene dei cittadini, come la prevenzione, le tecnologie innovative e i servizi a livello locale.
Secondo Roberto Messina, Presidente di Federanziani, “L’approccio qui utilizzato è coerente con un approccio ‘analitico’ al calcolo dei costi standard che, nel futuro, dovrebbe rappresentare il gold standard da perseguire”. Ed è proprio, a parere di molti esperti, il passaggio a un modello per “costi standard” un punto fondamentale per migliorare il sistema di finanziamento alle Regioni  e aumentare l’efficienza del nostro sistema sanitario. Che tradotto nella quotidianità del cittadino significa ricevere più servizi e di maggiore qualità.

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