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Il Mattino del 2 aprile fa il punto sulla spesa sanitaria in Campania nel 2012 e annuncia che la spesa farmaceutica dello scorso anno si è chiusa con una diminuzione di oltre 64 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Un risultato importante se si pensa che ancora nel 2007 il deficit sanitario della regione era di circa 7 miliardi di euro.
I dati sono stati raccolti e diffusi da Federfarma, che ha rilevato che nel 2012 la Campania ha fatto registrare una spesa farmaceutica complessiva di 1 miliardo e 168 milioni di euro. Di questi, la parte totalmente a carico delle Asl, attraverso le ricette rimborsate ai farmacisti,
risulta pari a 908 milioni e 561mila euro. Rispetto al 2011 il Servizio sanitario regionale ha speso 64 milioni e 718mila euro in meno, con un calo del 6,6%. La spesa è servita a rimborsare 56 milioni e 395mila ricette prescritte dai medici di base ai cittadini campani, all’incirca lo stesso numero del 2011. Ciò che è diminuito è il costo di ogni singola ricetta per le Asl: 1 euro e 17 centesimi in meno per ciascun foglio. Questo significa che medici e pazienti si sono regolati meglio, con un minor numero di confezioni suggerite all’interno di ogni singola ricetta. I farmacisti hanno contribuito al risparmio favorendo la diffusione dei farmaci generici, fornendo in tempo reale dei dati sui consumi e applicando lo sconto standard destinato alle Asl a seconda delle fasce di prezzo dei farmaci.
Questi dati, tra l’altro, sono destinati a migliorare. La Regione ha infatti decretato, con un provvedimento firmato direttamente dal Governatore Caldoro, una serie di regole che assegnano ai direttori generali delle Asl un elenco di obiettivi prescrittivi che hanno lo scopo di allineare la Campania alle regioni dove oggi si consumano più medicinali equivalenti, e dunque meno costosi. Il nuovo risparmio è stimato in 70 milioni di euro. I farmaci su cui si concentra il decreto sono soprattutto gli ace-inibitori (antidepressivi), gli antagonisti dell’angiotensina II (contro ipertensioni e insufficienze cardiache) e alcuni prodotti di contrasto al colesterolo. Sta ora alle Asl indirizzare i medici verso prescrizioni più attente all’utilizzo dei generici.

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