MENU
Gli italiani tendono perlopiù a fidarsi e ad affidarsi al Servizio Sanitario pubblico, e del resto non potrebbero altrimenti, dati i costi per molti non sostenibili della sanità privata. Purtroppo, non è sempre una fiducia ben riposta.

Gli italiani tendono perlopiù a fidarsi e ad affidarsi al Servizio Sanitario pubblico, e del resto non potrebbero altrimenti, dati i costi per molti non sostenibili della sanità privata. Purtroppo, non è sempre una fiducia ben riposta. Lo documenta il rapporto annuale PIT Salute, relativo al 2016 (è il ventesimo), divulgato in questi giorni dalla più grande rete nazionale dei pazienti, Cittadinanzattiva, nel quale si lamentano disservizi e le troppe burocrazie, sullo sfondo di una preoccupante tendenza al risparmio del sistema sanitario nel suo insieme.

Tra le lamentele più diffuse, in vistosa crescita quelle sulle liste d’attesa (salite nell’arco di un anno dal 34,3% dei pazienti al 40,3%) e sugli alti costi dei ticket, con disagi per la mancata esenzione (segnalati dal 31%, 7 punti in più rispetto al 2015). Si attende di più, si spende di più, e si deve anche faticare di più con gli oneri burocratici. Oltre la metà delle persone coinvolte, ad esempio, lamenta problemi nella presentazione della domanda per il riconoscimento dell’invalidità, ed è costretta poi ad aspettare ben 7 mesi per la convocazione a prima visita, e altri 9 per la ricezione del verbale definitivo, mentre per l’erogazione dei benefici l’attesa arriva mediamente a un anno.

Il problema degli alti costi non esclude l’ambito farmacologico, il che rilancia l’urgenza del ricorso ai medicinali equivalenti, di identico principio attivo ma a minor prezzo rispetto ai brand, tanto da essere perorati dalla stessa Cittadinanzattiva in diverse campagne (inclusa “IoEquivalgo”).

Particolarmente critici alcuni aspetti relativi alla qualità dell'assistenza. In particolare, oltre la metà dei pazienti lamenta “dimissioni improprie” dopo un ricovero, come se l'ospedale avesse fretta di sbarazzarsi del caso, e quasi un terzo denuncia difficoltà a essere poi preso in carico dall'assistenza territoriale in sede di riabilitazione. Una buona notizia arriva invece sul fronte degli errori, diagnostici o terapeutici, percepiti in calo.

Curiosamente, l'ultimo aspetto – con relativi “scandali” - è proprio quello che tende a occupare di più le pagine dei giornali, mentre le problematiche lamentate dai pazienti sono generalmente ben altre, e strutturali. “I cittadini non ce la fanno più ad aspettare e a metter mano al portafoglio per curarsi, serve più Servizio Sanitario Pubblico, più accessibile, efficiente e tempestivo”, incalza Tonino Aceti, Coordinatore del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, La ricetta indicata è semplice: servono più fondi per la Sanità, non di meno.

Articoli Correlati

x