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A pesare è in parte la stessa speranza allungata di vita, ma anche i ritardi nella presa in carico della specificità delle loro esigenze socio-sanitarie.

L’offensiva dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (Onda) – qui già raccontato, anche nelle scorse settimane – si irrobustisce di un nuovo tassello. Tra le assidue attività di monitoraggio sulla sanità italiana, con particolare riferimento alla cosiddetta “medicina di genere”, spunta un volume monografico, pubblicato significativamente da un editore scientifico (Franco Angeli), che riassume i tanti aspetti della problematica della salute femminile in età avanzata, proponendosi a strumento effettivo di lavoro, per gli operatori e le famiglie stesse. Il riconoscimento dei problemi – nonché dei propri diritti – è infatti di per sé un’imprescindibile arma per le persone, anche sul piano psicologico.

S’intitola “La salute della donna”, e il nocciolo sta nel sottotitolo: “La nuova longevità: una sfida al femminile”. Il nodo centrale è quello di un paradosso. Le italiane sono più longeve non solo dei maschi, ma anche delle donne di tutto il mondo, eccetto le giapponesi; al contempo, si ammalano di più. A pesare è in parte la stessa speranza allungata di vita, ma anche i ritardi nella presa in carico della specificità delle loro esigenze socio-sanitarie. Avrebbero bisogno di maggiore attenzione, ne ricevono di meno.

Un po’ di cifre: la loro aspettativa di vita supera gli 85 anni, cinque in più degli uomini, forbice che però si allarga in materia di “malanni”: ad avere due o più malattie croniche sono il 72% delle over 75, mentre tra gli uomini si scende al 58%. Sulle gravi disabilità le proporzioni sono, rispettivamente, il 37,8% e il 22,7%. Lo scarto si allarga ulteriormente per alcune patologie, quali l’artrosi, cefalee ed emicranie, osteoporosi, ansia e depressione, Alzheimer e altre demenze senili.

Alla presentazione del libro erano presenti parlamentari, organizzazioni di produttori farmaceutici (le donne, proprio per tali problematiche, sono anche le principali consumatrici di medicinali) e le varie professionalità che hanno contribuito alla pubblicazione. L’approccio, da sempre perseguito da Onda, è infatti necessariamente multi-disciplinare, includendo gli aspetti socio-economici. Il reddito previdenziale femminile è di 6mila euro più basso di quello percepito dagli uomini. E sono le donne a subire due terzi dei maltrattamenti tra gli over 65.

Curiosamente, a testimonianza della loro “tempra”, quasi la metà delle anziane si dichiara comunque soddisfatta della propria esistenza. A maggior ragione, non meritano di essere lasciate sole o con cure poco adeguate, perfino in ambito ricreativo, visto che sono meno coinvolte degli uomini in attività ludiche. Battezzate come “generazione argento”, l’universo delle amate nonne va amato per davvero. “È la sfida più grande oggi: garantire alle donne un invecchiamento sano, attivo e positivo”, spiega la presidente di Onda Francesca Merzagora.

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