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Nel 2017 i donatori (viventi o deceduti) di organi sono stati 1741, con un incremento annuo del 9%, che sale al 29% rispetto a cinque anni fa.

“Un aumento così netto su tutti i fronti non si era mai registrato nel settore dei trapianti negli ultimi dieci anni”, annuncia il ministero della Salute, presentando gli ultimi dati in materia: “A crescere non solo i numeri sulle donazioni e i trapianti di organi, tessuti e cellule ma un’intera rete sanitaria, che dimostra di essere tra le più efficienti del nostro Paese”. Conclusione: “A beneficiare di questo trend positivo sono i pazienti in lista di attesa che, per il secondo anno consecutivo, registrano un calo”. Tra cronache di “malasanità” e bilanci sanitari al risparmio qualcosa insomma sembra funzionare piuttosto bene in Italia e, con l’adozione il dicembre scorso del nuovo Piano triennale, è un miglioramento destinato a proseguire, in quanto orientato a “uniformare sull’intero territorio nazionale l’individuazione del potenziale donatore e la segnalazione dello stesso”.

Tra le cifre: nel 2017 i donatori (viventi o deceduti) di organi sono stati 1741, con un incremento annuo del 9%, che sale al 29% rispetto a cinque anni fa. A guidare la classifica, nei numeri assoluti, è la Lombardia, mentre sul pro-capite la Regione più virtuosa è la Toscana, con menzioni speciali anche per Friuli-Venezia Giulia e Veneto. A incidere positivamente è inoltre il calo delle “opposizioni” alla donazione, scese di oltre 4 punti percentuali (al 28,7%). Immediata la ricaduta sui trapianti, che sono stati 3950 l’anno scorso, 252 in più rispetto al 2016, con prevalenza, nell’ordine, per reni, fegato, cuore e pancreas.

I dati si riflettono anche in quelli delle iscrizioni al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo, saliti a oltre 390mila, 12mila in più rispetto all’anno precedente. Al circolo virtuoso (al quale andranno recuperate anche le donazioni di sangue ed emoderivati, su cui abbiamo segnalato recentemente qualche difficoltà, specie in tempi di influenza, con riferimento soprattutto alle disponibilità dei giovani), contribuisce anche l’attivazione nei Comuni del servizio di registrazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti nell’atto del rilascio o del rinnovo delle Carte d’identità, anche in virtù dell’adozione progressiva del documento elettronico.

Al processo si aggiungono, proprio questi giorni, novità importanti sul piano scientifico. A Padova è stata realizzata con successo la prima catena di trapianto di rene da vivente tra coppie donatore-ricevente incompatibili innescata da un donatore deceduto. Il cosiddetto “cross-over” funziona così: se il coniuge del donatario è incompatibile, effettua comunque la donazione a beneficio di ignoti, mentre il partner riceve l’organo da una persona compatibile, aumentando la rapidità ed efficacia dell’intero sistema. La prassi è in atto da tempo, ma la novità è che si è riusciti stavolta ad attuare il meccanismo utilizzando un soggetto deceduto. E questo apre la strada alla possibilità di “aumentare il pool di potenziali donatori compatibili da utilizzare per l’avvio di un numero maggiore di catene”, spiega il professor Paolo Rigotti, direttore del centro trapianti veneto.

Un’altra novità preziosa è annunciata dall’ospedale Molinette di Torino, in collaborazione col nosocomio di Brescia. Per la prima volta è stato eseguito in Italia un doppio trapianto di rene da paziente dializzato. Gli organi renali sono stati cioè impiantati a due diversi pazienti, e prelevati da un donatore deceduto per una patologia congenita, procedimento reso possibile grazie a una rivitalizzazione completa degli organi stessi.

 

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