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Dal Congresso annuale dell’American Society of Microbiology arriva il nuovo monito da una ricerca, presentata dall’Università di Mauritius, che svela verità inquietanti sulla popolazione batterica che può annidarsi in diversi oggetti, con particolare riferimento allo strofinaccio da cucina.

Senza fobie, ipocondria inclusa, ma l’igiene domestica è una priorità da tenere nella giusta attenzione, specie se ci sono bambini. Non basta chiudersi in casa per tenere fuori l’inquinamento e lo sporco. Dal Congresso annuale dell’American Society of Microbiology arriva il nuovo monito da una ricerca, presentata dall’Università di Mauritius, che svela verità inquietanti sulla popolazione batterica che può annidarsi in diversi oggetti, con particolare riferimento allo strofinaccio da cucina.

Nel dettaglio, è emersa una quantità batterica “ad alto rischio” nella metà degli asciugamani da cucina impiegati, ossia quelli “polivalenti”, che servono ad asciugare mani, piatti e altro, con l’aggravante ulteriore che, essendo umidi, l’esposizione di per sé aumenta. Nel dettaglio, il 36,7% sviluppa “coliformi”, stessa proporzione per gli “enterococchi”, e il 14,3% gli “stafilococchi aurei”. Le percentuali tendono ad aumentare in proporzione alla popolazione domestica e comportano rischi, anzitutto, di disturbi e patologie gastrointestinali, da evitare, in particolare, in presenza di categorie deboli, quali anziani, neonati, diabetici o altre persone con deficienze nel sistema immunitario.

Ė allora utile ricapitolare qualche imperativo sull’igiene domestica. Essenziale, al proposito, limitare l’uso multiplo dello stesso strofinaccio: meglio averne due, uno per i piatti e l’altro per le mani. Sui vestiti, fare attenzione a un frequente ricambio, separare per bene quelli in uso e gli altri, e naturalmente lavarli spesso, possibilmente a temperature medio-alte. Cruciale, anche, curare un’adeguata ventilazione della casa, perché il “ristagno” favorisce la circolazione patogena. Fondamentale, di nuovo, la pulizia della cucina, possibilmente operando – se si hanno i capelli lunghi – con un fermaglio, e proteggendo l’igiene dei cibi stessi custodendoli negli appositi contenitori, rinunciando preferibilmente alla plastica, agente inquinante su cui è pur tardivamente in atto una presa di coscienza globale.

Il tema della plastica – contestualmente a quello dell’igiene – richiama infatti un’allerta ulteriore, quella che non si deve esagerare. L’uso eccessivo di detergenti, saponi, cosmetici e solventi domestici avrebbe un impatto inquinante non inferiore a quello del traffico urbano, secondo uno studio americano della National Oceanic and Admospheric Administration, pubblicato sul Science.

E non è solo un problema per l’ambiente esterno, ma anche per il nostro corpo. La rivista New Scientist ha recentemente rilevato come l’uso smodato di prodotti che contengono antibatterici stia concorrendo perfino ad aumentare la resistenza dei batteri agli antibiotici. Non si tratta allora di puntare patologicamente all’obiettivo di una “casa del tutto sterilizzata”, che non esiste. Virus, batteri e funghi abitano ovunque, e il nostro corpo è generalmente pronto alla convivenza. Il problema è negli eccessi. Seguire qualche fondamentale norma di igiene è importante quanto evitare di cadere in una mania  che può essere ancor più deleteria, per l’ambiente e per noi stessi.

 

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