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Malawi, Ghana e Kenya saranno i primi paesi al mondo ad avviare una massiccia campagna di vaccinazione contro la malaria che si baserà su un nuovissimo antidoto. Si tratta dell’ RTS,S,  l’unico vaccino che si è rivelato efficace nella riduzione dell’impatto di questa malaria sui bambini. Il farmaco, negli studi condotti al culmine di una sperimentazione durata quasi trent’anni, ha dimostrato di poter ridurre fino al 40 per cento i contagi in età pediatrica. Ad annunciare questa prima storica è stata l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

La “Mal aria”, così definita in seguito alla credenza che venisse contratta dai miasmi malsani emanati dalle acque stagnanti delle paludi, è una grave malattia causata da protozoi parassiti trasmessi all’uomo da zanzare ad attività crepuscolare-notturna del genere Anopheles. Oggi la malaria è endemica in vaste zone dell’Asia, Africa, America latina e centrale, isole caraibiche e Oceania, con circa 500 milioni di malati ogni anno e oltre un milione di morti, minacciando nel complesso oltre il 40 per cento della popolazione mondiale, soprattutto quella residente in paesi poveri. Assieme alla tubercolosi e all’Aids, la malaria è oggi una delle principali emergenze sanitarie del pianeta. Oltre a essere endemica in molte zone del pianeta, la malaria viene sempre più frequentemente importata anche in zone dove è stata eliminata, grazie ai movimenti migratori, risultando in assoluto la prima malattia d’importazione, trasmessa da vettori, in Europa e negli Usa.

Secondo i dati dell’Oms, l’Africa è il continente più colpito dalla malaria ed ogni anno oltre 250.000 bambini muoiono a causa di questa malattia. I bambini sotto i 5 anni sono maggiormente a rischio di complicazioni potenzialmente letali. Per questo si è scelto di avviare questa campagna pilota nei tre paesi africani. L’obiettivo è quello di raggiungere 360mila bambini fino ai due anni da qui al 2022. Per prima cosa si dovranno raccogliere dati sulla fattibilità di somministrare il vaccino RTS,S – che richiede ben 4 dosi – oltre che su efficacia e sicurezza al di fuori degli studi clinici. “Cominceremo a raccogliere più informazioni sul reale impatto di questo strumento”, dice Matshidiso Moeti, Regional Director for Africa dell'Oms. Il programma è frutto di  uno sforzo collaborativo senza precedenti, che vede coinvolti, oltre ai governi dei tre paesi, le organizzazioni non profit Gavi, the Vaccine Alliance, il Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria e Unitaid, che hanno finanziato con oltre 50 milioni la prima fase del programma. Secondo le stime, la campagna potrebbe salvare decine di migliaia di bambini.

Il vaccino agisce contro il Plasmodium falciparum, il parassita trasportato da alcune zanzare (della specie Anopheles) che provoca la maggior parte dei casi letali. Gli studi clinici di fase 3 erano stati condotti in Africa tra il 2009 e il 2014 su 15 mila bambini di 7 paesi: in chi aveva ricevuto le 4 dosi previste è stata osservata  una riduzione parziale ma significativa di infezione e di complicanze. La profilassi ha infatti dimostrato di poter prevenire 4 casi su 10 della manifestazione clinica della malaria, 3 casi su 10 della forma più grave e 6 casi su 10 di anemia severa dovuta all’infezione, la principale causa di morte nei bambini. Come conseguenza, sono diminuiti gli accessi agli ospedali e la necessità di trasfusioni (-29%). In questi studi, il vaccino è stato generalmente ben tollerato, con reazioni avverse simili a quelle delle altre vaccinazioni. L’Agenzia europea per i medicinali nel 2015 aveva già dato un parere scientifico positivo, concludendo che i benefici superavano i rischi. L'Oms ha riconosciuto le potenzialità del vaccino ma anche la necessità di raccogliere ulteriori dati prima di considerare l'impiego su larga scala.

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