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Non vaccinarsi contro il morbillo può essere più pericoloso di quanto si pensava. Ammalarsi di morbillo, infatti, rende anche più vulnerabili dinanzi ad altre infezioni, comprese quelle contro cui ci si è immunizzati in passato. Uno studio condotto da Michael Mina dell’Harvard TH Chan School of Public Health suggerisce che non vaccinare i bambini contro il morbillo aumenta il rischio di essere contagiati da altre patologie infettive gravi nei 2-3 anni successivi al morbillo. Quindi, dopo esser sopravvissuti al morbillo, i bambini possono ammalarsi o morire per altre infezioni contro le quali avevano già sviluppato le difese immunitarie. Difese che il virus del morbillo potrebbe cancellare.

Queste conclusioni, presentate in occasione della quinta conferenza sui vaccini dell’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (Escmid) a Bilbao (Spagna), sono supportate da numerosi altri studi, i quali mostrano che quando il virus del morbillo colpisce una persona va a infettare una gran parte delle “cellule memoria” del sistema immunitario. Questo si traduce nella cosiddetta immun-amnesia, per cui il sistema immunitario non riesce a ricordare alcune delle malattie che ha combattuto in passato, esponendo così i bambini alla re-infezione con queste altre malattie. Questi risultati aiuterebbero anche a spiegare i misteriosi cali di mortalità fino al 50 per cento in seguito all’introduzione delle vaccinazioni contro il morbillo.

Prima dei vaccini il morbillo è stato solitamente associato a molto meno del 50 per cento delle morti infantili. Si tratta di un fenomeno passato inosservato negli anni precedenti perché i clinici, ad esempio, non collegavano la morte per un’altra malattia infettiva a un’infezione da morbillo che quel bambino avrebbe avuto nei due anni precedenti. In moltissimi casi, il morbillo potrebbe aver cancellato dalla memoria immunitaria del bambino l’altro agente patogeno infettante. “Visto che ora pensiamo che le infezioni da morbillo possono cancellare la memoria immunitaria preesistente, prevenendo l’infezione da morbillo attraverso la vaccinazione, possiamo anche prevenire infezioni future”, dice Mina. In un altro studio epidemiologico condotto sempre da Mina, sono stati esaminati i risultati clinici di oltre 2mila bambini infettati dal morbillo nel Regno Unito. In quello studio, hanno scoperto che i bambini avevano significativamente più probabilità di richiedere visite mediche e avevano tassi più elevati di prescrizioni di antibiotici nei 2-5 anni dopo il morbillo. Tutti questi studi suggeriscono quindi che la prevenzione del morbillo mediante vaccinazione è cruciale.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che il morbillo può uccidere. Le complicazioni sono relativamente rare, ma la malattia è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100mila persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse. In Europa è diventata una vera e propria emergenza. Rispetto allo scorso anno, nel 2019 i casi di morbillo sono più che raddoppiati Vecchio Continente. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) all’inizio di quest’anno sono stati registrati quasi 90 mila casi e 37 morti. Nel resto del mondo il numero di casi è aumentato del 300 per cento nel primo semestre 2019, in tutto 364.808. Con precisione l'Oms riferisce di 89.994 casi segnalati in 48 Paesi europei, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2018, quando erano 44.175, e già superiori a tutti quelli del 2018, in 84.462.

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