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Quando si è in dolce attesa bisogna fare molta attenzione ai farmaci che si assumono, specialmente se si tratta di antibiotici. Uno studio della University College di Londra ha suggerito che antibiotici comuni, come l’eritromicina, la claritromicina e l’azitromicina, sono associati a un maggior rischio di importanti difetti congeniti, ad esempio cardiaci, se assunti nei primi tre mesi di gravidanza. I risultati, pubblicati sulla rivista British Medical Journal, suggeriscono di trovare alternative valide in gravidanza quando si tratta di combattere infezioni batteriche.

Gli antibiotici “imputati” sono tutti appartenenti alla classe dei macrolidi. Per capirne la pericolosità in gravidanza gli scienziati britannici hanno monitorato per circa sei anni la salute di più di 104mila bambini nati nel Regno Unito tra il 1990 e il 2016. Le mamme di tutti bambini del campione avevano ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, macrolidi o penicillina, dalla quarta settimana di gestazione fino al concepimento. L’attenzione degli studiosi si è focalizzata in modo particolare sulle malformazioni più importanti alla nascita. I dati di questi bambini sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo composto da 82mila bambini le cui madri avevano ricevuto una prescrizione di antibiotici prima della gravidanza e con quelli dei 54mila fratelli del gruppo sperimentale.

Dall’analisi è emerso che nel gruppo delle madri a cui erano stati prescritti macrolidi si sono registrati 186 casi di malformazioni neonatali su 8.632 bambini (21,55 per 1.000) mentre nel gruppo delle donne che avevano assunto penicillina i casi di malformazioni sono stati 1.666 su 96mila bambini (17,4 per 1.000). Il periodo di gestazione a maggior rischio è risultato il primo trimestre di gravidanza: il rischio di malformazioni alla nascita era di 28 per mille rispetto a 18 per 1000 nel gruppo della penicillina. Le malformazioni maggiori riscontrate sono quelle a carico del cuore. In particolare, nel gruppo delle mamme che avevo preso i macrolidi i neonati con malformazioni cardiache erano 10 su mille, in confronto a 6 su 1.000 dell’altro gruppo. In attesa di ulteriori ricerche gli studiosi raccomandano di “usare con cautela i macrolidi  durante la gravidanza e di usare farmaci alternativi nel caso non se ne possa fare a meno”.

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