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I vaccini hanno salvato milioni e milioni di vite. Più precisamente, dal 2000 al 2019, le vaccinazioni hanno salvato 37 milioni di vite da 10 malattie. Un numero che si stima aumenterà fino a 69 milioni nel 2030. A calcolarlo è stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge, dell'Imperial College London e di altri istituti di ricerca. I risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet, si è basato sull'utilizzo di modelli matematici per analizzare l’impatto delle vaccinazioni contro 10 malattie in 98 paesi del mondo a basso-medio reddito. Le 10 malattie di cui è stato studiato l’impatto a seconda della copertura vaccinale sono: virus dell’epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B, papillomavirus umano (HPV), encefalite giapponese, morbillo, Neisseria meningitidis sierogruppo A (meningite A), Streptococcuspneumoniae (pneumococco), rotavirus, rosolia, febbre gialla.

 “Abbiamo considerato la differenza nel numero di decessi all’interno dei due scenari – afferma Caroline Trotter dell'Università di Cambridge – ed esaminato l’impatto a lungo termine nel corso della vita per gruppi di persone nate nello stesso anno tra il 2000 e il 2030 e calcolando la differenza di decessi”. Sulla base dei dati, i ricercatori hanno calcolato i decessi e gli anni di vita persi per disabilità evitati tra il 2000 e il 2030. Considerando l’impatto per anno, lo studio stima che dal 2020 al 2030, le vaccinazioni avranno prevenuto 69 milioni di decessi per le 10 malattie indicate, di cui 37 milioni sono stati evitati tra il 2000 e il 2019. Le vaccinazioni contro il morbillo hanno avuto il maggiore impatto e avranno prevenuto 56 milioni di decessi tra il 2000 e il 2030.

Riguardo all’impatto delle vaccinazioni a lungo termine, nell’arco della vita delle persone nate tra il 2000 e il 2030, lo studio ha stimato che la vaccinazione eviterà 120 milioni di morti, di cui 65 milioni in bambini di età inferiore ai cinque anni. Il vaccino contro il morbillo eviterà 58 milioni di morti, mentre quello contro l’epatite B ne eviterà 38 milioni.  Lo studio ha stimato che, a seguito dei programmi di vaccinazione, i nati nel 2019 sperimenteranno una mortalità inferiore del 72% per le 10 malattie nel corso della loro vita, rispetto a uno scenario senza immunizzazione. Si stima che l’impatto maggiore della vaccinazione si verifichi nei bambini sotto i cinque anni. Secondo la ricerca, infatti, in questa fascia di età la mortalità per le 10 malattie sarebbe del 45% superiore a quella attualmente osservata in assenza di vaccinazione. “Il nostro lavoro presenta delle limitazioni – conclude Katy Gaythorpe, altra firma del documento di ricerca e docente presso l’Imperial College di Londra – perché presuppone, ad esempio, che in alcuni paesi, dove le procedure immunizzanti dovevano ancora essere introdotte, la copertura fosse paragonabile alle aree già vaccinate, il che potrebbe aver portato a una sovrastima dell'impatto. Non abbiamo inoltre tenuto conto della variazione della copertura vaccinale in base alla regione geografica o della difficoltà di raggiungere determinate fasce della popolazione. Sarà fondamentale, pertanto, elaborare modelli futuri stratificando l’impatto e considerando le diverse popolazioni, in modo da ottenere stime più precise e dettagliate”.

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