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Metalli, pesticidi, policlorobifenili (PCB), bisfenolo A (BPA) potrebbero determinare il rischio di un bambino di soffrire di autismo già nel pancione della mamma. Uno studio della Simon Fraser University, in Canada, suggerisce che potrebbe esistere una correlazione tra l’esposizione a sostanze chimiche durante la gestazione e l’espressione di comportamenti simili ai disturbi dello spettro autistico nei bambini piccoli. I risultati sono stati pubblicati sull’American Journal of Epidemiology.

I ricercatori hanno valutato l’impatto di alcuni inquinanti in oltre 1.800 donne incinte. In particolare, sono stati misurati i livelli di 25 sostanze chimiche nei campioni di sangue e urina raccolti dal campione di donne canadesi durante il primo trimestre di gravidanza. I ricercatori hanno anche condotto una serie di interviste di follow-up con 478 partecipanti con lo scopo di esaminare i comportamenti di tipo autistico nei bambini in età prescolare. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che concentrazioni più elevate di cadmio, piombo e alcuni ftalati raccolti dai campioni materni erano associate a una probabilità maggiore che il bambino manifestasse comportamenti di tipo autistico. Allo stesso tempo, valori più elevati di manganese, trans-Nonaclor, metaboliti di pesticidi organofosfati e monoetilftalato (MEP) sembravano correlati a una probabilità inferiore che il bambino manifestasse comportamenti autistici.

“Il nostro studio – afferma Josh Alampi della Simon Fraser University – evidenzia alcune relazioni tra sostanze tossiche ambientali a cui le donne potrebbero essere esposte in gravidanza e la possibilità che i loro bambini manifestino disturbi dello spettro autistico. Saranno necessari ulteriori approfondimenti per valutare appieno gli impatti di queste sostanze chimiche ambientali sullo sviluppo del cervello durante la gestazione”. Gli autori hanno utilizzato la regressione quantile, uno strumento di analisi statistica per determinare quali sostanze tossiche avessero un determinato effetto. “Le relazioni che abbiamo osservato – conclude Alampi – non sarebbero state rilevate tramite un metodo di analisi statistica diverso, il che suggerisce l’importanza di una strategia matematica di questo tipo”.

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