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L'uso quotidiano di prodotti chimici, come vernici e pesticidi, nonché l'utilizzo di combustibili potrebbe provocare un numero di decessi dieci volte superiore rispetto a quanto precedentemente stimato. L’allarmante ipotesi emerge da uno studio dell’Università del Colorado a Boulder, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Atmospheric Chemistry and Physics.

I ricercatori hanno valutato l’impatto sulla salute di alcune sostanze inquinanti. In particolare, il team guidato da Benjamin Nault e Jose-Luis Jimenez ha calcolato che l’inquinamento atmosferico provocato da aerosol organico secondario antropogenico risulta associato a un numero variabile tra 340 e 900mila decessi prematuri. “Si tratta di un valore dieci volte superiore a quanto ipotizzato precedentemente”, osserva Nault. “Il nostro lavoro suggerisce che l’inquinamento non dipende solo da centrali elettriche a carbone e dal settore dei trasporti, ma anche da prodotti chimici di uso quotidiano, come pesticidi o vernici per pitturare”, aggiunge.

Gli scienziati hanno analizzato i dati relativi a 11 studi precedenti sulla qualità dell’aria negli ultimi due decenni, considerando il tracciato delle emissioni di città come Pechino, Londra o New York, raccolti dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e dalla NASA. “Ormai è assodato che le sostanze chimiche che contribuiscono poco alla formazione di ozono – osserva Brian McDonald, di NOAA – possono comunque provocare la formazione di particelle pericolose per la salute. Le sostanze chimiche contenute in molti prodotti di uso comune stanno contribuendo a provocare la morte di moltissime persone. È fondamentale arginare la situazione e intervenire al più presto con prodotti alternativi e contromisure adeguate”.

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