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Si stima che ogni anno negli Stati Uniti 250.000 persone muoiano per errori medici evitabili: molti di questi errori sono imputabili a falle del processo diagnostico. Un modo efficace per aumentare l'accuratezza diagnostica è quello di combinare le diagnosi di più medici in una diagnosi collettiva. Tuttavia, nell’ampio contesto della medicina clinica generale, non esistono metodi affidabili per aggregare diagnosi indipendenti. Un team di ricerca del Max Planck Institute for Human Development, dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Istc)Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Istc) e della Norwegian University of Science and Technology (hanno recentemente sviluppato una soluzione completamente automatizzata utilizzando metodi di intelligenza artificiale e di ingegneria della conoscenza. I risultati sono stati pubblicati su PNAS.

I ricercatori hanno testato la loro soluzione su 1.333 casi medici forniti da The Human Diagnosis Project (Human Dx), ognuno dei quali è stato diagnosticato in modo indipendente da 10 medici: per superare la della difficoltà di integrare input non standardizzati provenienti da persone diverse sono state utilizzate tecniche di intelligenza artificiale come i grafi semantici di conoscenza e il natural language processing, riuscendo a standardizzare e allineare le diagnosi mediche tramite l'ontologia medica SNOMED CT, una terminologia clinica multilingue completa.

La soluzione collettiva ha aumentato in modo sostanziale l'accuratezza diagnostica: i singoli partecipanti hanno raggiunto il 46% di accuratezza, mentre l'unione delle decisioni di 10 partecipanti ha aumentato l'accuratezza fino al 76%. I miglioramenti sono stati osservati per tutte le specialità mediche, i sintomi principali e i livelli di inquadramento dei partecipanti. "I nostri risultati dimostrano come l'intelligenza collettiva possa essere utile per migliorare i servizi sanitari e salvare vite umane", afferma il primo autore Ralf Kurvers, ricercatore senior presso del Max Planck Institute.

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