MENU

Il profilo cognitivo dei nativi digitali è molto simile a quello dei dislessici, da cui potremmo ispirarci per cambiare il mondo della scuola e i suoi “antiquati” modelli di insegnamento. Nell’era digitale, infatti, le modalità di elaborazione delle informazioni è olistica e spaziale-visiva, proprio come il pensiero di tipo dislessico. Anche per questo la ricerca sul profilo cognitivo dei nativi digitali apre nuove strade nel campo dell’apprendimento e nella revisione dei modelli di insegnamento. È quanto emerso nel convegno “Come prevenire le difficoltà di apprendimento degli alunni con Dsa e non, valorizzando attitudini e talenti”, organizzato dall’associazione Il Laribinto Progetti Dislessia Onlus nell’ambito della XII edizione di EXPO Training 2023 a Milano.

“I nativi digitali crescono con un sistema nervoso diverso e una diversa visione della vita in confronto alle generazioni precedenti”, spiega Rossella Grenci, ricercatrice nel campo dei DSA, logopedista dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza e autrice di numerose pubblicazioni dedicate alla dislessia e ai disturbi evolutivi del linguaggio”.

Esposti fin da subito all’uso della tecnologia digitale, infatti, sviluppano strutture d’apprendimento diverse rispetto a quelle della generazione immediatamente precedente, quella dei cosiddetti “immigrati digitali”. Dunque elaborano in modo differente le informazioni, con maggiore creatività e maggiore velocità nei movimenti. “Nei nativi digitali è l’emisfero destro del cervello a essere potenziato per via della capacità specifica di questa area di elaborare una grande quantità di informazioni visive”, prosegue Grenci. “ Gli attuali modelli di insegnamento non tengono conto di questi profondi cambiamenti – conclude Maria Dimita, presidente dell’Associazione Il Laribinto Progetti Dislessia che si occupa di iniziative di supporto alle famiglie, ai ragazzi e ai docenti - . Per questo è necessario scegliere pratiche didattiche coerenti con i modelli della società digitale, sia per parlare agli studenti nel loro linguaggio, sia per sviluppare le competenze che la società digitale”.

Articoli Correlati

x