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Oltre il 30% delle persone con epilessia è farmacoresistente, continua cioè ad avere crisi pur avendo provato almeno due farmaci specifici per il suo tipo di patologia, ben tollerati, somministrati alla massima dose possibile e per un adeguato periodo di tempo, in monoterapia o in associazione con altri farmaci. Ma epilessia farmacoresistente non significa epilessia intrattabile: circa il 15-20% dei soggetti farmacoresistenti può arrivare alla risoluzione delle crisi grazie ad interventi neurochirurgici specificamente mirati e quando l’intervento chirurgico non è praticabile esistono terapie alternative che includono la stimolazione vagale, la Deep Brain Stimulation o la dieta chetogenica e esistono terapie palliative che possono diminuire il numero e l’intensità delle crisi.

A fare il punto sulle possibilità di trattamento della patologia la Lice (Lega Italiana contro le epilessie) nella Guida alle Epilessie 2023. In particolare si stima che almeno il 15-20% dei soggetti farmacoresistenti possa trovare beneficio grazie ad un intervento neurochirurgico specificamente mirato - consistente nella rimozione, quando è possibile senza indurre deficit neurologici, della regione cerebrale responsabile delle crisi, definita zona epilettogena - e circa il 70% dei pazienti operati ottiene un ottimo risultato in termini di risoluzione delle crisi e, quindi, di qualità di vita. Si calcola che in Italia almeno 7.000-8.000 pazienti potrebbero essere operati ogni anno per rimuovere la zona cerebrale responsabile delle crisi epilettiche focali.

Con oltre 60 milioni di persone colpite nel mondo, l’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse, per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’epilessia come una malattia sociale. Si stima che nei Paesi industrializzati interessi circa 1 persona su 100: in Italia soffrono di epilessia circa 600.000 persone, ben 6 milioni in Europa. Nei Paesi a reddito elevato, l’incidenza dell’epilessia presenta due picchi, rispettivamente nel primo anno di vita e dopo i 75 anni: in Italia si calcola che ogni anno si verifichino 86 nuovi casi di epilessia nel primo anno di vita, 20-30 nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni.

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