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Dal microambiente tumorale possono arrivare informazioni preziose che consentono di sapere in anticipo quali pazienti con melanoma possono o meno beneficiare dei trattamenti immunoterapici. A spingere un passo in più avanti l’“immuno-oncologia di precisione” sono due studi presentati da Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology, a Chicago. Entrambi i lavori sono stati condotti nell’ambito dello studio clinico SECOMBIT, progettato per valutare l’efficacia di diverse sequenze terapeutiche nei pazienti con melanoma metastatico BRAF mutato, caratterizzato da una mutazione genetica che spinge le cellule tumorali a crescere.

“Nello studio vengono messe alla prova diverse sequenze di farmaci inibitori di BRAF, che ‘spengono’ il gene iperattivato, e di immunoterapici, cioè farmaci che tolgono il ‘freno’ che impedisce alle cellule immunitarie di colpire il tumore”, spiega Ascierto. Nel primo studio i ricercatori si sono concentrati sulla cosiddetta biologia spaziale, che punta a esaminare la localizzazione e le interazioni di diversi tipi di cellule nel microambiente tumorale.

Dalla complessa mappa realizzata i ricercatori hanno dimostrato che quando le cellule tumorali interagiscono con il microambiente, su specifiche coordinate spaziali, si registrano tassi di risposta al trattamento combinato peggiori. Mentre quando c’è una maggiore interazione tra cellule tumorali e specifiche cellule del sistema immunitario, sempre entro coordinate precise, la risposta è migliore. Nel secondo studio l’attenzione dei ricercatori si è concentrata su un noto biomarcatore dei tumori ematologici: la timidina chinasi 1 (TK1). In questo nuovo studio, il primo condotto su TK1 nel melanoma metastatico, la mediana di sopravvivenza a 5 anni è risultata più bassa nei pazienti che presentavano livelli elevati di TK. “I risultati degli studi – conclude Ascierto - confermano che si possono selezionare i trattamenti in base alle caratteristiche non solo del tumore, ma del microambiente e del sistema immunitario”.

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