L’inquinamento da metalli nel latte materno ha aumentato il rischio di problemi di crescita nei neonati delle donne Maya nella regione del bacino idrografico del lago Atitlán in Guatemala. Questo secondo quanto emerge da uno studio guidato dall’Università dell’Arizona e pubblicato su Environmental Pollution.
Il Guatemala ha il più alto tasso di ritardo della crescita, o arresto della crescita, nell’emisfero occidentale. L’arresto della crescita è spesso attribuito a una cattiva alimentazione e a infezioni. Molti studi hanno collegato alti livelli di metalli nell’acqua potabile a problemi di sviluppo, neurologici e di apprendimento nei bambini piccoli, ma questo è il primo studio a dimostrare un’associazione con l’arresto della crescita nelle Americhe.
I nuovi risultati della ricerca potrebbero contribuire a una migliore comprensione dell’impatto sulla salute di tali esposizioni e portare a nuovi approcci per la prevenzione in Guatemala e in altri paesi del mondo. “Il rilevamento di metalli tossici nel latte materno tra le madri rurali del Guatemala è profondamente preoccupante e mette in luce il potenziale ruolo dell’inquinamento ambientale nel compromettere lo sviluppo infantile”, dichiara Sandra Rodríguez Quintana, autrice dello studio.
Il team di ricerca ha studiato 80 madri e i loro neonati provenienti da quattro diverse comunità del lago Atitlán: San Juan La Laguna, San Pedro La Laguna, Panajachel e Santiago Atitlán. Gli scienziati hanno analizzato campioni di latte materno e misurato la lunghezza dei neonati. Hanno rilevato concentrazioni di arsenico e piombo superiori agli standard di sicurezza dell’OMS nel latte materno delle madri di Panajachel e Santiago Atitlán. Inoltre, hanno scoperto che concentrazioni più elevate di arsenico, bario, berillio e piombo nel latte materno erano associate a una crescita compromessa dei neonati in queste comunità.