Una dieta per la salute dell’uomo e del pianeta. È questa la "planetary health diet", principalmente base di verdura, frutta, frutta secca a guscio, legumi e cereali integrali e con quantità limitate di carne e latticini. Molti paesi europei sono ancora lontani da questo modello alimentare, che ha delle importanti similarità con la dieta mediterranea, ma quelli del Sud e in particolare l’Italia mantengono livelli più elevati di consumo sano e sostenibile di cibi rispetto al Nord. Lo evidenzia una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e del Crea – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione, pubblicata sulla rivista Frontiers in Nutrition.
L’obiettivo della ricerca era valutare, nell’ambito del progetto europeo PLAN’EAT, il livello di adesione alla Planetary Health Diet in 11 Paesi europei (Italia, Grecia, Spagna, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Irlanda, Svezia, Ungheria e Polonia). Dai risultati è emerso che Paesi dell’Europa meridionale come Italia, Grecia e Spagna hanno mostrato un’aderenza maggiore a questo regime alimentare, in particolare tra le donne che sono più propense a comportamenti alimentari sani. “Nonostante anche nel Sud Europa si stia osservando un progressivo allontanamento dalla dieta mediterranea – sottolinea Laura Rossi, direttrice del Reparto Alimentazione Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità – l’eredità culturale di questo modello alimentare continua a influenzare positivamente le nostre abitudini, contribuendo a una maggiore aderenza ai principi di salute e sostenibilità”.
Il 16 novembre 2010 la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco come parte del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità: oggi tale patrimonio culturale assume anche un ruolo fondamentale nel promuovere gli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.




