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Assumere farmaci antipertensivi alla sera piuttosto che alla mattina riduce la pressione durante la notte e dimezza il rischio di sviluppare il diabete di tipo due.

Assumere farmaci antipertensivi alla sera piuttosto che alla mattina riduce la pressione durante la notte e dimezza il rischio di sviluppare il diabete di tipo due. La scoperta è frutto di due studi dell’Università di Vigo, in Spagna, pubblicati di recente sulla rivista Diabetologia.

Nel primo studio i ricercatori mostrano come ridurre la pressione sanguigna nelle ore di sonno diminuisca il rischio di sviluppare il diabete. Nel secondo evidenziano, in particolare, come l’assunzione dell’intera dose quotidiana di antipertensivi prima di andare a letto favorisca una riduzione del rischio di diabete maggiore rispetto a quando si prendono i medicinali al mattino. Oltre 2000 i pazienti non diabetici considerati, suddivisi in due gruppi: antipertensivi al mattino e antipertensivi alla sera. Durante i sei anni in cui sono stati tenuti in osservazione sono stati 171 i soggetti che hanno sviluppato il diabete di tipo due. A sorpresa però quelli del gruppo di assunzione serale hanno potuto godere di una riduzione del 57% del rischio di sviluppare la malattia rispetto ai compagni della somministrazione mattutina.

 

«In condizioni normali la pressione ha un ritmo oscillatorio con un calo notturno che però viene spesso a mancare nei soggetti ipertesi. I nuovi dati mostrano come l’assunzione serale dei farmaci antipertensivi ripristini il ritmo fisiologico (in particolare il cosiddetto “dipping”) della pressione con ricadute positive nella prevenzione del diabete. Per analogia, con gli antipertensivi accadrebbe un po’ quanto già osservato con le statine (i farmaci contro il colesterolo), rivelatesi più efficaci se assunte alla sera» sintetizza Carlo Giorda, past-president dell’Associazione Medici Diabetologi e Direttore della Struttura Complessa di Malattie Metaboliche e Diabetologia della ASL 5 di Torino. In particolare, i ricercatori spagnoli hanno evidenziato che nel gruppo di assunzione serale il fenomeno del “non dipping”, cioè del mancato calo pressorio notturno, si verificava solo nel 32% dei casi contro il 52% osservato in chi assumeva i farmaci al mattino. Per quanto riguarda gli effetti delle diverse classi di farmaci antipertensivi i nuovi dati mostrano che la riduzione maggiore del rischio di diabete si ha con la somministrazione serale di Ace-inibitori (69%), beta-bloccanti (65%) e inibitori del recettore dell’angiotensina (61%), principi attivi, disponibili come farmaci generici,  che modulano o bloccano gli effetti dell’angiotensina II, un ormone responsabile di vasocostrizione (aumento della pressione sanguigna) che contribuisce anche ad aumentare il rilascio di glucosio da parte del fegato e a ridurre la sensibilità all’insulina.

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