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Esiste un ridotto numero di aziende farmaceutiche che, accanto ai farmaci originatori (quelli con il nome di prodotto più noto), producono anche i relativi farmaci equivalenti. Questi ultimi non solo sono bioequivalenti* ma addirittura “uguali” anche come eccipienti, provenienza del principio attivo, e catena produttiva. Quale vantaggio aggiuntivo? Non certo di efficacia, visto che anche i farmaci equivalenti forniscono esattamente la stessa del “brand”. Il vantaggio degli “uguali” risiede in particolare nei casi d’intolleranza a un determinato eccipiente o di necessità di perfetta continuità terapeutica ritenuta indispensabile dal medico (e segnalata con un “non sostituibile” in ricetta). Questi farmaci, infatti, sono particolarmente apprezzati e prescritti dai medici come dimostrano i volumi di vendita che rappresentano nel totale mercato dei farmaci generici.

*Due prodotti si definiscono bioequivalenti se sono equivalenti farmaceutici (stessa quantità di principio attivo, stessa forma farmaceutica, anche con eccipienti diversi, standard di qualità identici o comparabili, stessa via di somministrazione) e se le loro biodisponibilità dopo somministrazione nella stessa dose molare sono così simili che è improbabile che producano differenze rilevanti in termini di efficacia e di sicurezza.

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