MENU

I canali di distribuzione del farmaco alternativi alla farmacia, in assenza di una liberalizzazione organica, non riescono più a garantire i prezzi competitivi sui farmaci senza obbligo di ricetta, completamente a carico del cittadino. A dirlo è Altroconsumo, alla luce di un’indagine che ha condotto in 10 città, su 69 farmaci da banco, scelti tra i più usati, in 139 punti vendita, tra farmacie, parafarmacie e corner di ipermercati, da cui emerge che qualche differenza c’è ma non comporta benefici per i cittadini. Secondo l’associazione, gli ipermercati restano il canale più conveniente: «pur aumentando i prezzi del 9,1% in due anni, comprare i farmaci nella grande distribuzione costa circa il 14% in meno rispetto sia alle farmacie sia alle parafarmacie. Queste ultime nell’ultimo biennio hanno aumentato i prezzi del 7,1%, di fatto allineandoli a quelli delle farmacie». La misura voluta dal governo Monti sulla pratica di sconti anche sui medicinali con ricetta, compresi quelli rimborsabili (fascia A) se a pagarli è direttamente il cittadino, «è stata azzoppata» commenta Altroconsumo in una nota. «Solo 5,5% delle 109 farmacie interpellate dichiara di scontare questi medicinali» segnala. E aggiunge: «Del resto perché farlo, se i farmaci con ricetta possono essere venduti solo in farmacia e non in un altro canale concorrente?». Per Altroconsumo, «questi farmaci dovrebbero poter essere venduti anche nelle parafarmacie e nei corner salute degli ipermercati, dove a dispensarli c’è sempre e comunque un farmacista, figura presente e garante nei canali di distribuzione alternativi. Se non si spezza il vincolo alla distribuzione la liberalizzazione non parte e a rimetterci saranno i cittadini, le finanze e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, il sistema-Paese».

 

Fonte farmacista33.it

Articoli Correlati

x