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«Dal 2000 a oggi i farmaci equivalenti e i biosimilari hanno prodotto risparmi per oltre 4 miliardi di euro». E’ quanto ha ricordato il presidente di AssoGenerici, Enrique Häusermann, a Roma, in apertura del V Convegno dell’associazione, che raggruppa le aziende produttrici dei medicinali equivalenti e biosimilari. Un bilancio, dunque, estremamente positivo che si traduce in un vantaggio per il Servizio Sanitario Nazionale, come riconosciuto recentemente anche da un’indagine conoscitiva della Camera. «Ma attenzione – avverte Häusermann - se i risparmi generati non rimangono nel settore, non servono ad ampliare l’accesso alle cure dei pazienti o a coprire i costi dei nuovi farmaci che arriveranno sul mercato e nessuno sarà realmente incentivato ad usare i generici, e ancor più i biosimilari, per avere a disposizione nuove risorse».

AssoGenerici dà atto al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di essersi adoperata a favore di un’evoluzione in senso europeo della spesa farmaceutica nazionale, ma constata che ancora permangono alcuni ostacoli a una diffusione fisiologica di equivalenti e biosimilari in Italia. «Il primo è il meccanismo del cosiddetto payback, per cui le aziende produttrici di farmaci devono rifondere lo stato per la quota eccedente il tetto di spesa fissato per ogni azienda – spiega il presidente Häusermann – Si tratta di un meccanismo che diventa paradossale per i farmaci ospedalieri perché nel canale ospedaliero gli acquisti dei farmaci avvengono attraverso il meccanismo delle gare e la responsabilità degli sforamenti è perciò interamente da attribuirsi alle regioni e alla determinazione di un tetto non congruo». Ma Häusermann chiede anche al Governo di accelerare, durante il semestre di presidenza italiana del parlamento europeo, sull’iter di approvazione della proposta per una maggiore trasparenza dei criteri con cui vengono stabiliti il prezzo e il livello di rimborso dei farmaci.  «Chiediamo in particolare il divieto di collegare la scadenza del brevetto alla contrattazione sul prezzo di rimborso, principio che oggi vige in Italia e che ostacola l’ingresso dei generici sul mercato al momento della effettiva scadenza del brevetto», sottolinea il presidente di AssoGenerici. Che conclude: «Non pretendo che i farmaci equivalenti e i biosimilari rappresentino la soluzione a tutte le criticità del Servizio sanitario, ma certamente non esiste una soluzione reale che non consideri il ruolo di queste risorse fondamentali non soltanto per ridurre la spesa, ma soprattutto per rendere più equo l’accesso alle cure”

hausermann assogenerici


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