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I supplementi quotidiani di olio di pesce diminuirebbero non solo il declino mentale associato al morbo di Alzheimer, ma anche il rischio dello sviluppo e della progressione della malattia neurologica degenerativa. A sostenerlo è un nuovo studio statunitense, pubblicato, sulla rivista "Alzheimer & Dementia", sulla base di analisi sulle capacità mentali di 819 volontari e sulla stessa dimensione del cervello accertata tramite sofisticate tecniche di immagine. La ricerca ha seguito i partecipanti per oltre 4 anni sottoponendoli a test cognitivi e ad esami di risonanza magnetica cerebrale. I volontari erano anziani con vari livelli di abilità mentali all'inizio dell’indagine, dai soggetti completamente sani, a persone con leggeri problemi di senilità, a pazienti già malati di Alzheimer.  Gli scienziati del Rhode island hospital guidati da Lori Daiello, hanno osservato come tutti i partecipanti che assumevano regolarmente olio di pesce ricco di grassi omega-3 avessero risultati migliori nei test di memoria e ragionamento rispetto a chi non prendeva i supplementi. «Inoltre - ha spiegato Daiello - la corteccia cerebrale e l'ippocampo, ossia le aree del cervello responsabili della formazione e ritenzione della memoria, hanno evidenziato una diminuzione di volume inferiore a quella di chi non prendeva gli omega-3».

Una notizia incoraggiante, dal momento che ad oggi non esiste una cura contro questa malattia neurologica devastante per chi ne è colpito e per i suoi familiari e considerando che è oggi disponibile un equivalente a base di omega-3 ad alta concentrazione. Insomma, una promettente possibilità di prevenzione anche conveniente da un punto di vista economico.

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