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La metà delle persone con Hiv non sa di averlo. E’ l'allarme lanciato dagli esperti durante l'International Aids Conference che si è tenuta a Melbourne, Australia. Un'allerta che vede il futuro della lotta all'Aids nell'individuazione di quel 50% dli infettati inconsapevoli.

Durante il meeting è stata posta al centro la questione dei diritti delle “popolazioni chiave” più emarginate, dai tossicodipendenti ai lavoratori del sesso. Stefano Vella, ricercatore dell'Istituto superiore di sanità e fra gli estensori delle linee guida Oms sull'Aids, ha spiegato: «L'obiettivo dichiarato è mettere sotto controllo l'epidemia entro il 2030, ma per riuscirci bisogna fare emergere il "sommerso", quei milioni di persone che non sanno di avere il virus, e trattare tutti. E' un enorme problema di costi, di carenza di strutture, ma proprio i risultati ottenuti finora dall'alleanza di scienza, politica e società civile che combatte l'Aids, unica nel panorama mondiale, fanno ben sperare».

Secondo le cifre fornite durante la conferenza sono 35 milioni le persone sieropositive nel mondo, di cui circa metà inconsapevoli, compresi 3,3 milioni di bambini, mentre le nuove infezioni ogni anno sono 2,3 milioni. Nel 2013 circa 13 milioni di persone in tutto il mondo hanno ricevuto la terapia antiretrovirale, di cui circa 11 milioni nei paesi a basso e medio reddito. In quest’ottica una risorsa preziosa è rappresentata dai farmaci equivalenti antiretrovirali, che possono consentire il trattamento dell’infezione con un contenimento enorme dei costi, ma con grande efficacia terapeutica.


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