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Una mutazione genetica riduce il livello di trigliceridi nel sangue e protegge dall’infarto miocardico.

La scoperta, pubblicata sul "New England Journal of Medicine", è frutto del lavoro di un Consorzio internazionale di ricerca coordinato dall'Università di Harvard di cui fa parte l'Università di Verona.

Secondo lo studio i soggetti portatori di queste varianti genetiche hanno un livello di trigliceridi nel sangue del 40% in meno dei non portatori e un corrispondente 40% di rischio in meno di sviluppare patologie cardiache. Questa caratteristica genetica si riscontra in una persona ogni 150.

Dallo studio si è capito che solo una specifica frazione dei trigliceridi è pericolosa, quella in cui è presente una proteina chiamata apolipoproteina C3 (Apo C3) che impedisce ai sistemi biochimici di smaltimento dei grassi di agire, lasciando così una elevata concentrazione nel sangue di questi lipidi.

I soggetti con la mutazione genetica hanno una minore presenza della Apo C3 e quindi riescono a eliminare più efficientemente i grassi dal sangue. Questa scoperta apre nuove possibilità terapeutiche perhé ha identificato un nuovo bersaglio per futuri farmaci diretti a bloccare la Apo C3.

Nel frattempo, però l’eccessiva presenza di trigliceridi nel sangue (o ipertrigliceridemia) si può combattere con una dieta a basso contenuto lipidico e farmaci che sono disponibili anche come equivalenti.

i trigliceridi nel sangue e infarto miocardico

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