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Paura degli effetti collaterali, scarsa fiducia nei farmaci, troppo poco tempo passato con il medico a discutere le cure. Sono solo alcuni dei tanti motivi che allontanano dalle terapie gli oltre 7.5 milioni di italiani con malattie respiratorie croniche come asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) curabili con farmaci equivalenti: oltre 3.5 milioni non si curano per più di sei mesi in un anno, rinunciando del tutto ai farmaci per inalazione che consentono di tenere sotto controllo i sintomi nel lungo periodo o assumendoli poco e male. La scarsa adesione alle terapie diventa una ”epidemia” fra i bambini, gli adolescenti e gli anziani: sette under 14 su dieci dopo un anno hanno abbandonato i farmaci, il 60% degli adolescenti snobba le cure, oltre il 60% degli over 65 le segue per appena due mesi in tutto l'anno. Le conseguenze non si fanno attendere: una ricaduta grave su quattro e sei ricoveri su dieci sono imputabili proprio alla mancata o inadeguata aderenza alla terapia, con costi evitabili che arrivano quasi a 10 miliardi di euro l'anno.

“La mancata o inadeguata aderenza alle terapie ha molti motivi –osserva Walter G. Canonica, Direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell'Università di Genova e Presidente della Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC)I più comuni sono la dimenticanza, le variazioni nello schema terapeutico, uno stile di vita troppo attivo: tanti seguono la terapia dal lunedì al venerdì, poi nel fine settimana o in vacanza non riescono a farlo adeguatamente. Altri pazienti modificano deliberatamente la terapia, perché pensano di non averne bisogno nei periodi in cui hanno meno sintomi, perché temono gli effetti collaterali o perché lo schema terapeutico interferisce molto con la loro vita quotidiana. Altri ancora non comprendono bene le istruzioni del medico”.

Consapevolezza della malattia, correttezza e costanza nell’assunzione del farmaco sono i pilastri per migliorare l’aderenza alla cura.

“Sono più a rischio di terapie inadeguate e “intermittenti” i bambini, nei quali l'adesione alle cure dipende molto dai genitori: in alcune famiglie ad esempio si fa l'errore di aspettarsi che il bambino impari molto presto a gestire in maniera autonoma la malattia, ma non sempre è possibile" interviene Francesco Blasi, Ordinario di Malattie Respiratorie dell'Università Statale di Milano e presidente eletto della Società Italiana di Medicina Respiratoria (SIMER). Altra categoria a rischio, gli adolescenti: spesso per ribellione evitano deliberatamente i farmaci, negando la malattia e rendendo la terapia un mezzo per vincere la propria personale guerra verso l'indipendenza. Infine hanno una scarsa aderenza alle cure gli anziani, che dimenticano più spesso i medicinali e non di rado devono essere curati per più di una patologia, ritrovandosi a dover affrontare regimi terapeutici complessi e gravosi nei quali inevitabilmente finiscono per tralasciare qualcosa.

Migliorare l’aderenza alle cure però si può. “E’ indispensabile che medici e farmacisti forniscano  ai pazienti più informazioni - osserva Canonica -. Semplicemente consigliare di tenere i farmaci sempre in uno stesso posto accresce del 44% l'aderenza, favorire una routine specifica per l'assunzione della dose quotidiana associandola a un'altra attività consueta la aumenta del 33%. Serve inoltre semplificare per quanto possibile il regime terapeutico: oltre il 60% dei pazienti preferisce un regime che preveda una sola somministrazione giornaliera”.

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